Non tutti gli abusi edilizi sono uguali. In base alla loro gravità il contribuente potrà regolarizzare le difformità, utilizzando lo strumento della sanatoria.
In Italia il fenomeno dell’abusivismo edilizio è tutt’altro che sconosciuto. L’Istat lo certifica nel Rapporto BES 2019: Il benessere equo e solidale in Italia: negli ultimi 10 anni l’indice di abusivismo edilizio è passato dal 9,4% fino al 18,9%. Si tratterebbe quindi di quasi 19 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate. La problematica naturalmente ha riverberi anche sul Superbonus 110%. Scopriamo come quali abusi sono sanabili e come sanarli.
Il decreto Rilancio richiama tramite gli articoli 119 e 121 quanto previsto dall'articolo 16-bis del TUIR: per fruire del bonus Irpef la regolarità, sotto il profilo amministrativo, dei lavori edilizi eseguiti sull'immobile è una delle condizioni principe. L’articolo 16-bis, al comma 9, rimanda a sua volta al D.M. n. 41/1998, che ha portato all’adozione da parte dell’Agenzia delle Entrate delle procedure di controllo da utilizzare in fase di verifica nei confronti dei contribuenti che abbiano usufruito di agevolazioni. In caso di irregolarità riscontrate, l'Amministrazione finanziaria procede a disconoscere il beneficio fiscale fruito dal contribuente, recuperando la detrazione indebitamente fruita e applicando le sanzioni.
L’articolo 49 del DPR n. 380/2001, detto anche Testo Unico Edilizia indica i vari casi per le quali non è possibile beneficiare di alcuna agevolazione fiscale, contributo statale o erogato da ente pubblico:
Nel caso di lavori difformi, il contrasto deve riguardare violazioni di altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta che eccedano per singola unità immobiliare il due per cento delle misure prescritte, o il mancato rispetto delle destinazioni e degli allineamenti indicati nel programma di fabbricazione, nel piano regolatore generale e nei piani particolareggiati di esecuzione.
Abbiamo parlato dei titoli abilitativi: facciamo un passo indietro per capire esattamente cosa sono e come impattano l’accesso o meno al Superbonus 110%. Cosa sono i titoli abilitativi? Sono istanze e comunicazioni amministrative che consentono l’esecuzione di lavori di costruzione, modifica e manutenzione di un qualunque immobile o parte di esso.
Il D.P.R. n. 380 del 6 giugno 2001, ovvero il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (Tue), distingue fra interventi che non necessitano di titoli, chiamati interventi di edilizia libera e i lavori edili realizzabili solo fornendo l’apposito titolo. Si identificano, poi, 4 tipi di titoli abilitativi:
La legislazione edilizia è sicuramente un tema complesso, anche per i tecnici del settore. Proprio al fine di agevolare la comprensione della portata dei diversi abusi, il Consiglio di Stato, con la sentenza del 30 marzo, la n. 1484/2017, ne ha individuato 3 macro-classi. A seconda di quanto è distante ciò che viene costruito rispetto a quanto è autorizzato o autorizzabile, l’abuso edilizio acquisisce una determinata gravità. Abbiamo quindi:
Solo gli abusi edilizi formali, possono essere regolarizzati. Nell’ordinamento italiano, l’azione di regolarizzazione avviene in base al principio di doppia conformità. L’articolo 36 del Tue stabilisce che “il responsabile dell’abuso, o l’attuale proprietario dell’immobile, possono ottenere il permesso in sanatoria se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda”.
Per quanto riguarda gli effetti della sanatoria edilizia, la Commissione Tributaria Centrale, con la decisione n. 5034/1990, ha specificato che il permesso ottenuto cancella in toto, in modo retroattivo, gli impedimenti alla concessione della agevolazione fiscale.
Nel caso di abusi minori, la Commissione Tributaria dell’Emilia Romagna, mediante la sentenza n. 42/2008, ha dichiarato che non sono revocabili le agevolazioni fiscali quando l’immobile è investito da irregolarità di modesta portata. Precisamente, nel caso concreto affrontato dalla Commissione, il contribuente, che vantava i benefici del bonus prima casa, aveva come unica irregolarità il portico trasformato in garage con modestissimo ampliamento di soli 2 mq.
Eccezionalmente, a porre rimedio degli abusi viene utilizzato lo strumento del condono. Attualmente, in Italia, sono stati fatti 3 condoni (nel 1985, nel 1994 e nel 2003). Il prossimo? Non si sa, anche perché la misura è considerata da molti come inaccettabile.