Per il settore delle costruzioni si prospetta una importante crescita, stimolata dai fondi del PNRR e dai bonus fiscali. Ma, come ricordano a gran voce le associazioni di categoria, mancano le figure professionali necessarie
Dopo la crisi del 2020 causata dalla pandemia, il PIL italiano torna a crescere, con un balzo che dovrebbe attestarsi secondo le stime intorno al +6,1%. La ripartenza economica è trainata dalla filiera delle costruzioni che stimolata da incentivi come Superbonus 110%, Bonus Facciate 90% e altre agevolazioni fiscali edile è cresciuta complessivamente di 29.136 unità (+3,5%) tra settembre 2019 e settembre 2021.
Molti si domandano se le agevolazioni fiscali per riqualificare gli immobili saranno confermate anche per i prossimi anni. Al momento l’attenzione degli operatori di settori è rivolta al disegno di legge per la manovra 2022. In discussione in parlamento c’è anche un argomento fondamentale: la gestione dei fondi europei contenuti nel PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
L’ANCE, ovvero associazione nazionale costruttori edili, ha stimato che per il comparto edile in tutto dovrebbero essere 107 miliardi di euro l’ammontare degli investimenti erogati dall’UE. La prima tranche di 24,9 miliardi è già stata versata e verrà impiegata per realizzare interventi per gli asili nido, le ferrovie, gli ospedali e le scuole. Il 7 ottobre scorso, invece, è stato firmato dal Ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, il decreto che assegna 2,8 miliardi del Pnrr e circa 20 milioni derivanti da residui 2019 e 2020 per attuare il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua). Il programma in questione ha come obiettivo principale la riduzione del disagio abitativo, con significati azioni per l’aumento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, la rigenerazione del tessuto socioeconomico dei centri urbani e il potenziamento della sicurezza nei luoghi degradati delle periferie. Anche in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, tutti gli stakeholder coinvolti (dai comuni coinvolti agli operatori turistici) stanno lavorando per definire una strategia di spesa pubblica.
Non mancano però le criticità: in primis lo snellimento della PA e la semplificazione dei procedimenti amministrativi complessi (valutazioni di impatto ambientale, autorizzazioni paesaggistiche, realizzazione di opere pubbliche), l’aumento dei costi per le materie prime e la difficoltà nell’assumere nuovi talenti per l’edilizia.
“Come avere una Ferrari, ma con il serbatoio vuoto”: Il Gazzettino sintetizza con questa metafora la penuria di risorse umane per realizzare le opere pubbliche incentivate dal PNRR. Le imprese edili stanno cercando una lunga lista di figure professionali. Mancano all’appello oltre centomila lavoratori: ingegneri, project manager, contabili, responsabili della gestione di cantieri, carpentieri, saldatori, addetti agli impianti elettrici e meccanici e operatori di mezzi di cantieri, solo per citarne alcuni.
Gabriele Buia, presidente dell’Ance, ha espresso così la sua preoccupazione: «Grazie alle opportunità offerte dal PNRR, dal Superbonus e da una ripresa del mercato immobiliare si potrebbe tornare ai livelli occupazionali registrati prima della crisi. Oggi però per realizzare il PNRR e soddisfare le richieste provenienti dal privato mancano nel complesso, secondo i nostri calcoli, circa 265mila lavoratori. Per gli operai specializzati nelle costruzioni la difficoltà di reperimento raggiunge quasi il 60%. Bisogna puntare su un pacchetto di misure per favorire le assunzioni e la formazione dei giovani.»