Il lavoro di squadra è uno degli imperativi del mondo delle costruzioni. Ma come far funzionare al meglio un team multidisciplinare? AGS IdeaHub e BIM sono due tecnologie per la collaboration, da remoto e in presenza
Il lavoro in team è un fattore di successo per le imprese: ecco cosa emerge dal Kelly Global Workforce Index, studio condotto su 164 mila persone in 28 paesi. Secondo l’indagine un ambiente di lavoro basato sulla collaborazione può aumentare la redditività aziendale del 30%. Ma non è l’unico dato interessante: il clima collaborativo è la caratteristica più ricercata in un posto di lavoro con preferenza del 60% degli intervistati, posizionandosi persino sopra l’innovation culture. In Italia, però, solo il 27% del campione si è dichiarato soddisfatto dai sistemi promossi dai manager per favorire la collaborazione dei dipendenti.
Dematerializzazione del posto di lavoro, smart working e crisi del modello tayloristico sono alcuni dei fenomeni che stanno mettendo in discussione il sistema lavorativo basato esclusivamente sulle singole individualità. Nel settore delle costruzioni, che vede operare sullo stesso progetto una pluralità di professionisti, dai progettisti agli architetti, dai direttori di cantieri ai geometri, la questione è molto dibattuta.
In un interessante post su LinkedIn dal titolo “Partners in Design: Why Collaboration Matters in Successful Architecture” Richard Voss, direttore commerciale di Ignite Architects, prestigiosa design firm australiana, sostiene che “la grande architettura non nasce solo da impulsi creativi, ma anche dal lavoro di squadra di architetti, interior designer, paesaggisti, ingegneri, appaltatori e fornitori specializzati.” A sostegno di questa affermazione, elenca una serie di casi di successo nel mondo dell’architettura, dalla cooperazione tra Sir Charles Barry e Augustus Pugin per l’ideazione della Houses of Parliament a Westminster all’approccio collaborativo sostenuto del leggendario modernista brasiliano Oscar Niemeyer. Voss indica fra le cause dell’aumento della collaborazione negli studi di architettura gli importanti progressi fatti nella tecnologia dell’informazioni.
Non è un caso che alla Royal Institute of British Architetcs Conference del 2007, uno dei panel di maggior interesse è stato quello curato dal produttore cinematografico Duncan Kenworthy (producer di Notting Hill, Quattro matrimoni e un funerale e Love Actually) che ha esposto quali siano le buone pratiche di collaboration nell’industria cinematografica che possono essere internalizzate nella quotidianità lavorativa di architetti e progettisti. Alla base del successo della collaborazione, però, sono necessari quattro ingredienti chiave, definite da Kenworthy come le Quattro C: chiarezza, comunicazione, coerenza e controllo.
Sulla stessa lunghezza d’onda, gli architetti residenziali Stuart Cohen e Julie Hacker, intervistati dal The journal of the American Institute of Architects, hanno sostenuto che alla base di un buon progetto costruttivo non può che esserci la capacità di lavorare in team, ancora più dell’esperienza.
Ma allora come rendere collaborativo il lavoro degli operatori dell’edilizia? Una delle soluzioni più efficienti nel panorama è la tecnologia BIM (acronimo di Building Information Modeling) che permette di integrare le diverse professionalità che intervengono sull’opera inserendo in un unico ambiente condiviso tutti i dati di progetto.
Una piattaforma BIM è in grado di aiutare tutti gli stakeholder del mondo delle costruzioni, assicurando trasparenze in real time in tutte le fasi:
Come vi raccontavamo qui, i vantaggi sono numerosi, in primis la riduzione delle tempistiche per l’esecuzione dell’opera con conseguente taglio dei costi. Uno studio del 2019 ha rilevato che questo avviene specialmente nei progetti di efficientamento energetico: l’adozione del BIM può ridurre il tempo di lavorazione per i consulenti energetici del 50%. Il governo del Regno Unito ha recentemente stimato che l'adozione diffusa del BIM, supportata dai modelli collaborativi, farebbe risparmiare all'industria edile britannica oltre 2,7 miliardi di sterline all'anno.
La pandemia ha ulteriormente alimentato la diffusione di piattaforme di Unified Communication & Collaboration (UCC), come AGS IdeaHub, prodotto realizzato da AGS in partnership con Huawei, pensato per la formazione, l’assistenza e il lavoro collaborativo.
AGS IdeaHub è pc all-in-one con doppio sistema operativo Android e Windows ottimale per semplificare il lavoro collaborativo tra i diversi team di progetto, che siano in presenza o da remoto. Presente nel mercato italiano in due formati, da 65” o 86”, ha uno schermo ad alta definizione, per non perdere di vista neanche i più piccoli dettagli: selezionare, ingrandire, spostare, colorare e scrivere note sugli oggetti proiettati sul grande schermo diventa un gioco da ragazzi. Con la funzione reverse control è possibile prendere il controllo del pc, portatile o Mac dallo schermo di AGS IdeaHub e così modificare direttamente i documenti proiettati. AGS IdeaHub funge anche da lavagna interattiva multimediale permettendo di condividere file in tempo reale, registrare webinar e creare screenshot da inviare per email o salvare sul proprio store. È anche un sistema di videoconferenza professionale con regia dinamica per meeting online con la possibilità di un traduttore in tempo reale speech to text.