La Cina continua a consolidare la sua posizione di leader mondiale nella produzione di idrogeno verde, un elemento chiave nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Secondo un recente rapporto di Rystad Energy, l’impero del Medio Oriente dovrebbe non solo raggiungere, ma anche superare la soglia delle 200.000 tonnellate di idrogeno prodotto da energie rinnovabili quest’anno, con una produzione stimata di 220.000 tonnellate. Questo traguardo rappresenta un significativo passo avanti negli sforzi globali per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Ricordo una conversazione con Li Wei, un ricercatore presso l’ETH Zurigo, che ha sottolineato come l’investimento cinese nell’idrogeno verde non solo favorisca la sostenibilità ambientale, ma stimoli anche l’innovazione tecnologica e la crescita economica nel settore energetico.
Capacità produttiva e obiettivi
L’obiettivo iniziale per quest’anno era la realizzazione di circa 2,5 GW di capacità negli elettrolizzatori, permettendo la produzione di circa 220.000 tonnellate di idrogeno verde all’anno. Questa capacità supera di 6.000 tonnellate la produzione combinata mondiale, evidenziando gli sforzi considerevoli della Cina rispetto all’Unione Europea, che punta a produrre e importare 20 milioni di tonnellate entro la fine del decennio.
L’ambizioso piano cinese non si limita alla mera espansione della capacità produttiva, ma include anche strategie per integrare l’idrogeno verde nei settori industriali più energivori, riducendo ulteriormente le emissioni di CO₂ e promuovendo una transizione energetica sostenibile.
Idrogeno grigio vs. idrogeno verde
Nonostante i notevoli progressi nell’idrogeno verde, una parte significativa della produzione cinese rimane dominata dall’idrogeno grigio, ottenuto tramite la gassificazione del carbone o il reforming del metano a vapore. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di doppio carbonio — un picco delle emissioni di CO₂ entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060 — la Cina è spinta ad accelerare il passaggio a metodi di produzione di idrogeno più ecologici.
Secondo il Data Scientist Nick Berry, l’adozione diffusa dell’idrogeno verde è essenziale per ridurre l’impatto ambientale delle industrie pesanti e favorire una crescita economica sostenibile.
Allineamento energetico Est-Ovest
Un’importante sfida per la Cina riguarda l’allineamento geografico tra domanda e offerta di idrogeno verde. I principali centri di domanda si trovano a est, mentre le risorse rinnovabili sono abbondanti nel nord, in particolare nella Mongolia Interna e nel Gansu. Queste regioni hanno piani ambiziosi per lo sviluppo dell’idrogeno verde, superando persino gli obiettivi del piano nazionale.
Per affrontare questa disparità geografica, la Cina ha avviato l’espansione della rete di tubazioni per l’idrogeno. Progetti significativi includono un condotto di 400 chilometri di Sinopec da Ulanqab a Pechino e un pipeline di 737 chilometri da Zhangjiakou a Caofeidian tramite Tangshan Haitai. Queste infrastrutture sono fondamentali per trasportare l’idrogeno dalle aree di produzione ai centri di consumo, garantendo un flusso costante e affidabile di energia verde.
Superamento delle disparità
Per superare le disparità geografiche e ottimizzare la distribuzione dell’idrogeno, la Cina sta investendo significativamente nell’espansione delle infrastrutture di trasporto. L’implementazione di tubazioni dedicate e la costruzione di nuove stazioni di rifornimento consentiranno di collegare efficacemente le regioni produttive con quelle ad alta domanda, facilitando una distribuzione più efficiente e riducendo i costi operativi.
Sfide operative e prospettive
Nonostante i progressi significativi, l’ottimizzazione delle prestazioni operative delle installazioni di elettrolizzatori rimane una sfida. La necessità di grandi capacità rinnovabili per sostenere le operazioni è cruciale. Inoltre, il funzionamento degli elettrolizzatori a meno del loro pieno potenziale può comportare problemi di sicurezza, soprattutto per gli elettrolizzatori alcalini in uso in Cina, che operano tra il 30% e il 100% della loro capacità nominale.
Per affrontare queste sfide, la Cina sta investendo in ricerca e sviluppo per migliorare l’efficienza e la resilienza degli elettrolizzatori, garantendo al contempo la sicurezza delle operazioni. Le prospettive future rimangono positive, con un continuo aumento della capacità produttiva e un’adozione più ampia dell’idrogeno verde nei settori industriali chiave.
Impatto economico ed ambientale
L’adozione diffusa dell’idrogeno verde da parte delle industrie potrebbe portare a risparmi sostanziali, non solo in termini di costi operativi ma anche nella significativa riduzione delle emissioni di CO₂. Questo progresso tecnico non solo contribuisce agli obiettivi climatici nazionali, ma posiziona anche la Cina come un attore chiave nella transizione globale verso un’energia più pulita e sostenibile.
Secondo uno studio dell’ETH Zurigo, le aziende che integrano l’idrogeno verde nelle loro operazioni possono aspettarsi una riduzione dei costi energetici fino al 30%, oltre a migliorare la loro reputazione ambientale e la conformità alle normative internazionali sul clima.
La Cina sta emergendo come protagonista indiscusso nel panorama dell’idrogeno verde, superando gli obiettivi globali e implementando le infrastrutture necessarie per sostenere questa crescita. Affrontando le sfide geografiche e operative, e investendo in tecnologie avanzate, la Cina potrebbe giocare un ruolo centrale nella transizione globale verso un’economia meno dipendente dai combustibili fossili.
Questa innovazione non solo rappresenta una svolta tecnologica, ma offre anche un’opportunità economica significativa per le industrie che scelgono di adottare l’idrogeno verde. Con il continuo supporto governativo e l’impegno verso la sostenibilità, la Cina è ben posizionata per guidare il mondo verso un futuro energetico più pulito e resiliente.
Per ulteriori approfondimenti sulle iniziative della Cina nell’ambito dell’idrogeno verde e sulle prospettive future, è consigliabile consultare i rapporti dell’ETH Zurigo, dell’Università delle Scienze Applicate della Svizzera Orientale e delle pubblicazioni di riviste specializzate nel settore energetico.
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