I costi associati alla gestione di un processo legale in Italia possono essere significativi. Per tale motivo, lo Stato offre la possibilità di usufruire dell’assistenza legale gratuita qualora si soddisfino determinati criteri di reddito. La riforma Cartabia, in particolare, ha stabilito che l’atto di sfratto debba includere una notifica del diritto al patrocinio a spese dello Stato, permettendo così all’intimato di richiederlo. È utile sapere che questo beneficio si applica solo alle fasi del processo e non copre le spese per eventuali mediazioni pre-giudiziali.
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Chi paga le spese legali in caso di sfratto
Chi deve sostenere le spese per un avvocato in una causa di sfratto? In genere, le spese legali devono essere anticipate da chi inizia il procedimento: il proprietario dell’immobile che procede allo sfratto è tenuto a pagare queste spese al momento della presentazione dell’atto di citazione.
Tuttavia, coloro che non sono in grado di affrontare tali costi possono accedere al patrocinio a spese dello Stato:
- per beneficiare di questo aiuto, è necessario non superare un reddito annuale di 12.838,01 euro (dato aggiornato al 2025), considerando tutti i redditi del nucleo familiare;
- Questo implica che se una persona non ha redditi ma un membro della sua famiglia guadagna oltre 12.838 euro, non si ha diritto al patrocinio gratuito.
Chi rientra nei limiti di reddito per il patrocinio gratuito non deve pagare nulla allo Stato o all’avvocato, né sono previsti rimborsi di spese.
Patrocinio gratuito e sfratto per morosità
Il patrocinio gratuito, introdotto con il Dpr n. 115 del 30 maggio 2022, si applica a procedimenti civili, penali, amministrativi e contabili per chi rispetta i limiti di reddito.
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Questo strumento consente di avvalersi di un avvocato senza doverne sostenere le spese legali, ad eccezione delle spese dovute alla parte avversa in caso di soccombenza nel processo.
È possibile utilizzare il patrocinio gratuito anche per avviare azioni legali relative a uno sfratto per morosità o per il recupero dei canoni di locazione non pagati.
Limitazioni del patrocinio gratuito
Il patrocinio gratuito non copre le spese in caso di condanna alle spese legali: se il proprietario intraprende un’azione legale infondata e il giudice lo condanna a rimborsare le spese processuali all’avversario, tali costi non sono inclusi nel patrocinio.
L’invalidità dell’intimazione di sfratto senza notifica di patrocinio gratuito
Il patrocinio gratuito è cruciale nelle procedure di sfratto per morosità. La recente modifica Cartabia al c.p.c. ha introdotto novità importanti, tra cui l’obbligo di includere nell’atto di intimazione di sfratto un’avvertenza sul diritto al patrocinio gratuito, come specificato nell’articolo 3, comma 8, lett. g), n. 2), Dlgs n. 164 del 31 ottobre 2024.
Il Tribunale di Roma ha dichiarato la nullità di atti di intimazione sprovvisti di tale avviso, richiedendo una nuova notifica e allungando i tempi del processo.
Rimborso delle spese processuali a carico dell’inquilino
Qualora il locatore non possa accedere al patrocinio gratuito, dovrà anticipare le spese processuali. Una volta emessa l’ordinanza di sfratto, il giudice di solito impone all’inquilino, che risulta perdente, di rimborsare le spese legali sostenute dal proprietario, che includono:
- contributo unificato;
- bolli;
- notifiche;
- onorario dell’avvocato.
È importante notare che il giudice basa il calcolo delle spese legali su tabelle ministeriali e non considera accordi privati tra avvocato e cliente. Gli avvocati possono determinare liberamente i loro onorari dopo la liberalizzazione delle tariffe.
Possibili difficoltà nel recupero delle spese dall’inquilino
Nonostante un inquilino moroso possa essere condannato a pagare le spese processuali, potrebbe essere difficile recuperare tali somme. Un inquilino inadempiente può cambiare residenza e diventare irreperibile, costringendo il locatore a intraprendere un’azione di esecuzione forzata. L’unica speranza di recupero è il pignoramento di una quota dello stipendio o della pensione dell’ex inquilino.
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