La Cina reinventa un’antica tecnologia di 2000 anni per muovere navi e risparmiare 3000 tonnellate di carburante

In un contesto di crescente pressione normativa e ambientale sul trasporto marittimo, la Cina rispolvera un principio millenario per affrontare una delle sfide più attuali: ridurre le emissioni e contenere i consumi energetici delle navi cargo. Si tratta delle vele rotore, un’innovazione ispirata al rotore di Flettner, che trova nuova applicazione in chiave industriale grazie all’integrazione con tecnologie moderne. Il caso del Sohar Max, una delle navi da carico più grandi al mondo, segna un momento cruciale di questo ritorno al futuro.

L’arrivo delle vele rotore sul Sohar Max

Nel 2024, il Sohar Max è stato equipaggiato con cinque vele rotore da 35 metri di altezza e 5 metri di diametro presso i cantieri COSCO di Zhoushan, in Cina. La tecnologia è stata sviluppata da Anemoi Marine Technologies, società britannica specializzata in sistemi di propulsione eolica assistita per il settore marittimo.

L’installazione su una nave di queste dimensioni rappresenta un passo pionieristico nella riduzione della dipendenza dal carburante fossile, ma anche un’evidente risposta alla crescente necessità di compliance con regolamenti internazionali come CII (Carbon Intensity Indicator) ed EEXI.

Un sistema innovativo per la gestione delle vele

La forza di questa soluzione risiede anche nella sua intelligenza operativa. Le vele rotore non sono strutture statiche: grazie a un sistema retrattile progettato da Anemoi, possono essere ripiegate verticalmente quando non utilizzate, evitando interferenze con le operazioni di carico e scarico.

Questa flessibilità rende la tecnologia compatibile con le esigenze logistiche moderne, offrendo efficienza senza compromessi operativi. In sostanza, si tratta di una soluzione ingegneristica che coniuga prestazione, sostenibilità e usabilità.

Impatto ambientale ed economico

L’adozione delle vele rotore sul Sohar Max è destinata ad avere effetti tangibili sul piano ambientale ed economico. I primi calcoli indicano un risparmio annuo fino al 6% sul consumo di carburante, equivalente a circa 3000 tonnellate di CO₂ evitate ogni anno.

Questi numeri, pur in fase di validazione operativa, confermano il potenziale della tecnologia come strumento di decarbonizzazione del trasporto marittimo, settore che da solo rappresenta circa il 3% delle emissioni globali.

Un viaggio di prova positivo

Il primo test in mare ha portato il Sohar Max verso Tubarão, in Brasile, in una rotta di prova mirata a verificare le prestazioni delle vele in condizioni reali. Il viaggio, monitorato da ingegneri e tecnici navali, ha permesso di raccogliere dati strategici per ottimizzare ulteriormente il sistema nei viaggi successivi.

L’analisi continua dell’efficienza del rotore e del suo contributo alla propulsione è parte integrante di una strategia di miglioramento continuo, volta a rendere la soluzione replicabile su larga scala.

Un partenariato strategico per un futuro sostenibile

Il progetto nasce dalla collaborazione tra tre attori con interessi convergenti: Vale S.A. (tra i principali produttori mondiali di minerale di ferro), il proprietario omano della nave, Asyad, e Anemoi Marine Technologies. La sinergia tra industria estrattiva, trasporto marittimo e innovazione tecnologica evidenzia una visione integrata verso una logistica a basse emissioni.

Questa alleanza rappresenta un modello di riferimento per altri operatori, combinando responsabilità ambientale, vantaggi economici e conformità normativa internazionale.

Verso un orizzonte senza emissioni

Le vele rotore non sono più un esperimento da laboratorio: stanno diventando una componente reale nella transizione energetica del settore navale. Compatte ma efficaci, forniscono una spinta supplementare che consente alle navi di migliorare la performance energetica e ridurre i costi operativi.

Il Sohar Max è solo il primo esempio di una nuova generazione di navi commerciali ibride, capaci di integrare innovazioni tradizionali e moderne per affrontare le sfide della decarbonizzazione. Una scelta che dimostra come il passato possa offrire soluzioni concrete per un futuro più sostenibile, anche nei settori più energivori della nostra economia.

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