Ha usato ChatGPT e ha annullato una multa: la sua astuzia diventa virale

Una semplice multa da 60 sterline per sosta vietata si è trasformata in un piccolo caso virale. A renderlo possibile non è stato un avvocato, ma uno strumento di intelligenza artificiale generativa. Millie Houlton, studentessa universitaria di 22 anni residente a York, nel nord dell’Inghilterra, ha infatti annullato una sanzione amministrativa grazie al supporto di ChatGPT.

Pur essendo consapevole che l’infrazione contestata non fosse fondata – disponeva di autorizzazione valida al parcheggio – Millie non aveva tempo né voglia di redigere una lettera formale di contestazione. Ha quindi deciso di affidarsi al chatbot di OpenAI.

Come ha funzionato il ricorso scritto dall’IA

Dopo aver fornito al sistema tutte le informazioni essenziali (data, luogo, contesto della multa, numero di riferimento), la studentessa ha ottenuto in pochi secondi una risposta personalizzata, ben strutturata e convincente, che ha poi inoltrato alle autorità locali.

Il testo generato da ChatGPT conteneva argomentazioni logiche, tono educato e linguaggio formale, sottolineando che Millie era in regola con il permesso di parcheggio e non aveva intenzione dolosa. Il risultato? La multa è stata annullata ufficialmente e comunicata tramite una lettera dell’amministrazione.

Non un caso isolato: un altro utente ottiene uno sconto

L’episodio di Millie non è l’unico. Anche Shaun Bosley, un cittadino britannico, ha ottenuto la riduzione di una sanzione da 100 a 15 sterline, dopo aver utilizzato ChatGPT per contestare una multa ricevuta in modo anomalo dall’aeroporto di Gatwick. In quel caso, Bosley lamentava il fatto di aver ricevuto direttamente l’avviso finale senza aver mai visto quello iniziale.

Il messaggio generato dall’intelligenza artificiale, seppur semplice, evidenziava il mancato rispetto delle procedure, la mancanza di preavviso e il diritto dell’utente a essere informato per tempo. Ancora una volta, il tono neutro e ben strutturato ha avuto l’effetto desiderato.

Un alleato digitale che sa convincere

Questi casi dimostrano come, se utilizzata con criterio e chiarezza, l’intelligenza artificiale possa fungere da alleato utile nella gestione della burocrazia quotidiana. La chiave del successo non risiede solo nella capacità tecnica del software, ma nella qualità delle informazioni fornite e nel modo in cui viene posta la richiesta.

ChatGPT, come altri strumenti simili, non ha la presunzione di sostituire un avvocato o un ufficio legale. Tuttavia, può aiutare a:

  • Strutturare testi chiari e persuasivi

  • Ridurre il tempo e lo stress legati a comunicazioni formali

  • Offrire un punto di partenza per azioni documentate e ragionate

  • Migliorare la capacità di argomentazione scritta

Conclusione: il buon senso resta fondamentale

Affidarsi all’intelligenza artificiale per scrivere un ricorso non è una garanzia assoluta di successo, ma può rappresentare un supporto valido se combinato con buon senso, trasparenza e dati oggettivi. In tempi di digitalizzazione crescente, anche il cittadino può iniziare a sperimentare strumenti alternativi per difendere i propri diritti in modo efficiente.

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