Molti automobilisti, spesso inconsapevolmente, rischiano una multa fino a 750 euro per una pratica apparentemente innocua: l’uso di adesivi sulle targhe automobilistiche. Nonostante il divieto ufficiale, molti conducenti continuano ad acquistare e applicare stickers non conformi per modificare l’identificativo territoriale delle loro targhe.
Ma quali sono le regole in vigore e perché questa infrazione è sanzionata in modo così severo?
Le normative sulle targhe automobilistiche
Dal 2009, il sistema di immatricolazione dei veicoli è stato modificato, permettendo ai proprietari di scegliere il numero del dipartimento da visualizzare sulla targa, indipendentemente dal luogo di residenza. Prima di questa riforma, il codice del dipartimento era assegnato automaticamente in base alla residenza del titolare del veicolo e doveva essere aggiornato in caso di cambio di domicilio o vendita dell’auto.
Oggi, la targa di un veicolo rimane invariata per tutta la sua durata di vita e segue un formato specifico: due lettere, un trattino, tre numeri, un altro trattino e due lettere.
Questa struttura consente 289.341.840 combinazioni possibili. Inoltre, per evitare equivoci e conformarsi alle normative penali, alcune sequenze di lettere come “SS” sono vietate, così come l’uso di numeri e lettere facilmente confondibili come 1, 0, V, I, O e U.
Adesivi sulle targhe: perché sono vietati?
Sebbene alcuni automobilisti scelgano di personalizzare la propria auto con adesivi raffiguranti loghi di regioni o dipartimenti, questa pratica è vietata dal Codice della Strada.
Secondo il decreto del 9 febbraio 2009, è illegale:
- Modificare la targa di un veicolo in qualsiasi modo.
- Aggiungere adesivi o simboli non ufficiali.
- Sostituire l’identificativo territoriale senza utilizzare targhe omologate.
L’identificativo territoriale deve essere integrato nella targa originale e non può essere alterato con adesivi acquistati su internet o presso rivenditori non autorizzati.
Multe salate per chi non rispetta la normativa
Nel 2020, la Corte di Cassazione ha confermato che solo i fabbricanti omologati possono produrre e vendere targhe automobilistiche conformi alle normative. Di conseguenza, chi applica adesivi sulle targhe rischia di incorrere in una sanzione amministrativa significativa.
Secondo il Ministero dell’Interno, questa violazione comporta:
- Una multa di 135 euro (contravvenzione di quarta classe).
- Una sanzione che, se non pagata tempestivamente, può salire fino a 750 euro.
Inoltre, la commercializzazione di adesivi destinati a eludere la regolamentazione è considerata una pratica di concorrenza sleale, il che potrebbe portare a sanzioni anche per i rivenditori.
Ignoranza o furbizia?
Molti automobilisti ignorano questa regola, credendo che personalizzare la propria auto con un semplice adesivo non abbia alcuna conseguenza legale. Tuttavia, la legge è chiara: modificare la targa equivale a un’infrazione.
Se si vuole personalizzare la propria vettura, è meglio farlo in modi legali e conformi alla normativa, evitando di incorrere in multe inutili. Per evitare problemi, prima di apportare qualsiasi modifica al proprio veicolo, è sempre consigliabile verificare le normative vigenti e affidarsi solo a fornitori autorizzati.
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