Milei in Argentina: Perché Trump Interviene? Scopri il legame!

In Argentina, alla vigilia delle elezioni legislative, si rinnova la tensione nei mercati finanziari. Momenti critici per il presidente Milei.

Durante l’assemblea dell’ONU di martedì, si è tenuto un incontro significativo al palazzo di vetro di New York tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente argentino, Javier Milei. Trump ha espresso la sua disponibilità ad assistere Buenos Aires, pur sostenendo che non ritiene necessario un “bailout”, ovvero un salvataggio internazionale. Queste dichiarazioni giungono dopo settimane di forte tensione nei mercati finanziari, che non si verificavano da tempo.

Le elezioni legislative in Argentina

Che cosa sta accadendo precisamente in Argentina? Un evento chiave si è verificato il 7 settembre scorso, con le elezioni nella provincia di Buenos Aires.

Il partito di Milei, La Libertà Avanza, ha subito una pesante sconfitta a favore della coalizione peronista, proprio a poche settimane dalle elezioni legislative nazionali previste per il 26 ottobre, che rinnoveranno metà della Camera e un terzo del Senato. Il risultato di queste elezioni è ora incerto.

Prima del 2023, il partito di Milei era considerato un outsider, ma attualmente è in testa nei sondaggi. Tuttavia, ha ancora pochi seggi in Congresso e il presidente necessita del supporto degli alleati di centro-destra per governare. Nonostante le attese di un cambiamento significativo grazie al voto, ora nulla è scontato e una vittoria dei peronisti è possibile, il che rappresenterebbe un duro colpo per il governo e comprometterebbe la maggioranza necessaria per attuare le riforme economiche.

Calo del peso e dei bond

Negli ultimi giorni, l’Argentina ha nuovamente mostrato segni di instabilità. Il tasso di cambio ufficiale rispetto al dollaro ha perso il 10% in poche settimane, superando la soglia di 1.400 pesos stabilita in primavera dalla banca centrale.

Per cercare di fermare il declino, la banca centrale ha dovuto intervenire acquistando 1,1 miliardi di dollari in tre sessioni. I prezzi dei bond sono crollati e i rendimenti sono aumentati notevolmente. Per esempio, il bond in euro con scadenza 2038 (ISIN: XS2177365017) è sceso da 69 a 49 centesimi, salendo a 58 centesimi dopo le voci di un possibile sostegno americano.

Capital flight, USA in alert

Per contenere la fuga di capitali, il segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, ha recentemente affermato che “tutte le opzioni sono sul tavolo” per garantire la stabilità dell’Argentina. Milei è un solido alleato di Trump e la Casa Bianca è determinata a evitare turbolenze nei mercati finanziari in vista delle elezioni. Il governo argentino, nel frattempo, ha sospeso temporaneamente la tassazione sulle esportazioni di cereali fino alla fine di ottobre, un tentativo di aumentare l’afflusso di dollari in un periodo difficile.

Il cambio ufficiale si è rafforzato a 1.367 pesos, mentre quello di mercato si attesta ora a 1.400, dopo aver raggiunto un picco di 1.520 pesos all’inizio della settimana. Anche la borsa ha mostrato segni di ripresa. Le rassicurazioni sembrano efficaci al momento, ma il mercato resta in attesa di vedere gli sviluppi delle elezioni del prossimo mese.

Il timore è che, a prescindere dal risultato elettorale, Milei possa dover ridimensionare l’ampiezza delle riforme, che negli ultimi anni hanno contribuito a ridurre l’inflazione e migliorare i conti pubblici. La “motosega” ha aiutato a stabilizzare un’economia che stava precipitando.

Cosa accadrà dopo l’austerità

L’austerità ha portato benefici economici, ma resta da vedere come influenzerà l’ambito politico. La sconfitta a Buenos Aires è particolarmente pesante dato che questa provincia rappresenta il 40% dell’intero elettorato nazionale e ha minato la convinzione che la popolarità di Milei fosse solida. In primavera, l’Argentina ha ottenuto 20 miliardi di nuovi prestiti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), con la contropartita di liberalizzare il cambio, mantenendolo però entro il range di 1.000-1.400 pesos. Contrariamente alle preoccupazioni iniziali, la mossa non ha provocato una immediata svalutazione. Invece, il cambio è rimasto relativamente stabile, segno di fiducia nel governo, ma anche fonte di un crescente disallineamento con il cambio “fair”.

Efettivamente, ad agosto, l’inflazione è diminuita al 33,6% su base annua, il livello più basso degli ultimi sette anni. Il peso si è svalutato di “solo” il 28-29% nello stesso periodo. In termini reali, si è apprezzato. Questo ha aiutato a ridurre ulteriormente l’inflazione, ma allo stesso tempo ha ridotto la competitività interna. Di conseguenza, c’è una pressione crescente sulle riserve valutarie, che sono aumentate a 32,3 miliardi di dollari a luglio, includendo gli aiuti del FMI e le riserve d’oro. Una svalutazione sembra probabile dopo le elezioni, attraverso un ulteriore aumento del limite massimo del range di oscillazione del cambio.

La fiducia è essenziale in Argentina

Nei prossimi mesi sarà cruciale mantenere la fiducia di consumatori, imprese, lavoratori e famiglie. In assenza, le aspettative inflazionistiche potrebbero risalire insieme al crollo del cambio. Dopo una prima fase di austerità più severa delle previsioni, l’Argentina di Milei affronta ora il periodo più difficile: preservare i risultati ottenuti e il consenso. I mercati temono la prospettiva di un ritorno dei peronisti al potere.

Questo scenario potrà essere evitato solo se i benefici percepiti delle riforme supereranno i costi sociali immediati.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

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