Top 8 delle monete da 2 euro più rare e costose
Classifica aggiornata delle 5 monete da 2 euro più rare e ricercate
La recente analisi sull’inflazione di maggio negli USA ha portato buone notizie per i mercati finanziari internazionali. I dati mostrano che l’indice dei prezzi al consumo è aumentato solo dello 0,1% su base mensile e del 2,4% annuo, un incremento rispetto al 2,3% di aprile, ma inferiore alle aspettative. Escludendo energia e alimenti freschi, l’aumento è stato del 2,8% per il terzo mese consecutivo, il valore più basso dal 2021. Una significativa riduzione dei costi energetici (-12% per il prezzo del carburante alla pompa) ha sicuramente giocato un ruolo nel mantenere l’inflazione al di sotto delle previsioni. Inoltre, l’“effetto pass-through” avrebbe potuto influenzare questi risultati.
Effetto pass-through e tassi doganali
Se non siete esperti di economia, potreste non essere familiari con questo termine. Un esempio comune per spiegare questo concetto riguarda il tasso di cambio: se il dollaro si apprezza rispetto all’euro, il costo delle importazioni dagli USA aumenta e, di conseguenza, anche i prezzi dei prodotti e dei servizi. Al contrario, se il dollaro si deprezza, i costi dei beni e servizi importati dagli USA diminuiscono. Questo fenomeno descrive come le aziende trasferiscono ai consumatori i costi maggiori o condividono con loro i benefici di una riduzione dei costi.
Quando l’effetto pass-through è completo, ogni variazione di costo si riflette integralmente sui prezzi finali. Negli ultimi mesi negli USA, più che il dollaro, sono stati i dazi a influenzare la formazione dei prezzi. Le importazioni sono diventate più costose a seguito dell’aumento generalizzato delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump. Ci si sarebbe aspettati un forte aumento dei prezzi e, di conseguenza, dell’inflazione. Perché questo non è avvenuto? Probabilmente perché l’effetto pass-through si sta manifestando solo in parte.
Il caso degli USA in questi mesi
In generale, le aziende tendono a trasferire i costi maggiori ai consumatori finali più facilmente in un ambiente poco competitivo. Inoltre, tendono a limitare il trasferimento dei benefici quando il tasso di cambio si rafforza e/o i dazi diminuiscono. Attualmente, sembra che le aziende stiano attendendo prima di trasferire questi costi ai consumatori americani, forse per non perdere quote di mercato in un periodo di rallentamento economico apparente, o perché si aspettano una riduzione dei dazi nei prossimi mesi. Aumentare i prezzi potrebbe danneggiare l’immagine di un’azienda, specialmente se ci sono molti concorrenti pronti a sfruttare qualsiasi errore.
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Possibile impatto sulla borsa americana
Questo potrebbe significare che le aziende importatrici stanno riducendo i loro margini di profitto. È una semplice equazione: se i costi aumentano e i ricavi rimangono invariati, i profitti diminuiscono. Le prossime relazioni trimestrali mostreranno quali sono state le ripercussioni sui bilanci aziendali. La borsa americana potrebbe risentirne, nonostante si sia quasi ripresa ai massimi storici raggiunti lo scorso febbraio, recuperando rapidamente dalle gravi perdite seguite all’annuncio dei dazi.
Se i profitti aziendali diminuiscono, anche le quotazioni azionarie tendono a calare. D’altra parte, profitti minori e prezzi al consumo più stabili potrebbero spingere la Federal Reserve a ridurre i tassi di interesse più volte di quanto previsto. Un possibile allentamento monetario beneficia la borsa, incentivando agli investimenti a rischio e sostenendo i profitti aziendali, diminuendo il costo del debito. Non a caso, di recente il cambio euro-dollaro è aumentato, superando 1,14, e i rendimenti obbligazionari europei sono diminuiti, con il Treasury a 10 anni che ha raggiunto il minimo del 4,42%, rendendo meno competitivi i bond globali.
Pass-through temporaneamente in sospeso
Prima o poi, l’effetto pass-through dovrà manifestarsi. È difficile immaginare che le aziende possano continuare a contenere sia i dazi che l’indebolimento del dollaro indefinitamente. A meno che il tasso di cambio non migliori nei prossimi mesi, neutralizzando almeno in parte l’aumento dei costi tariffari, i prezzi negli USA sono destinati a crescere più rapidamente rispetto ai mesi passati. Questo ragionamento presuppone che le quotazioni delle materie prime rimangano stabili, dato che anche queste sono direttamente influenzate dalla situazione economica della prima potenza mondiale. La questione è più complessa di quanto si possa sintetizzare in poche frasi in televisione.
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