Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, visita il mercato ortofrutticolo di Firenze prima della riunione sulle decisioni di tasso.

Ieri mattina, una visitatrice d’eccezione è stata avvistata al mercato di Sant’Ambrogio a Firenze. Si trattava di Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (BCE). La sua presenza non era casuale: Firenze ospita l’importante incontro biennale del consiglio direttivo, che si concluderà domani con l’annuncio delle nuove misure di politica monetaria. La conferenza stampa sarà tenuta dalla stessa Lagarde. Questi incontri si tengono alternativamente nei vari stati membri almeno una volta all’anno per avvicinare l’istituto ai cittadini.

Sei anni di presidenza Lagarde

Sui suoi canali social, Lagarde ha condiviso un video in cui passeggia tra i banchi di frutta e verdura, visita un bar e una salumeria.

Una vera e propria vetrina per i prodotti tipici italiani. Ha raccontato che suo marito le ha chiesto di comprare un panettone (natalizio), anche se ha riconosciuto di essere un po’ troppo in anticipo per trovare questo dolce tipico. Lagarde guida la BCE dal ottobre 2019 e il suo mandato proseguirà ufficialmente per altri due anni. Si sono rincorse voci su una sua possibile dimissione per passare alla guida del World Economic Forum a Davos, ma queste sono state categoricamente negate dal suo staff.

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Mancato rispetto della stabilità dei prezzi

Visitando i banchi, Lagarde ha dichiarato davanti alle telecamere che “i prezzi dei generi alimentari sono ancora elevati”, pur assicurando che la loro crescita si è rallentata. Tuttavia, rimangono superiori al target del 2% stabilito dall’istituto che presiede. Questo momento è stato chiaramente organizzato, a meno che non si pensi che abbia inviato in incognito alcuni suoi funzionari nei mesi scorsi per monitorare l’andamento dei prezzi al mercato di Sant’Ambrogio.

Una mossa per conquistare simpatia, probabilmente ben riuscita.

Tuttavia, Lagarde non può ignorare un dato di fatto: sotto la sua gestione, la stabilità dei prezzi è stata compromessa. In media, i prezzi sono aumentati del 3,5% annuo. Considerate che sotto il suo predecessore, Mario Draghi, l’aumento medio era solo dell’1,1%. E andando ancora più indietro, sotto Jean-Claude Trichet, un altro suo connazionale, l’obiettivo sull’inflazione era stato sostanzialmente raggiunto con un tasso medio del 2,1%.

Risposta tardiva all’inflazione

In teoria, nemmeno Draghi aveva mantenuto la stabilità, avendola disattesa al ribasso. Vi chiediamo: è meglio che i prezzi al consumo crescano poco o troppo? È colpa di Lagarde? Bisogna riconoscere che molte delle grandi banche centrali, a eccezione di alcune come quella svizzera, hanno negli ultimi anni tradito il loro mandato. Hanno minimizzato i segnali della reflazione tra il 2021 e il 2022 e hanno tardato a reagire. Emblematica la dichiarazione del nostro governatore, secondo cui il fenomeno era “transitorio”.

Sappiamo come sono andate le cose. E non possiamo pensare che altri al suo posto avrebbero agito diversamente. Lagarde funge da “consensus builder” nel consiglio, facilitando il dialogo tra diverse posizioni.

Riflette le direttive dei governatori centrali, che in questi anni hanno esitato nel aumentare i tassi di interesse e successivamente nel ridurli, paralizzati tra la necessità di garantire la stabilità dei prezzi e di proteggere le finanze pubbliche e le economie nazionali.

Nessuna novità attesa sui tassi BCE

Dalle riunioni di oggi e domani, il mercato non prevede sorprese. I tassi rimarranno quasi certamente inalterati. Gli investitori valutano questa possibilità al 56%. Come potrebbero essere ulteriormente ridotti con un’inflazione nell’Eurozona che a settembre ha raggiunto il 2,2%, il dato più alto dall’aprile scorso? Escludendo energia e generi alimentari freschi, l’inflazione è stata del 2,4%. E mentre a settembre il cambio dell’euro nei confronti del dollaro si avvicinava a 1,20, nelle ultime settimane è sceso a circa 1,1650. Una moneta unica che cessa di rafforzarsi allontana la prospettiva di una disinflazione attraverso il cambio.

Lagarde immobile per evitare errori

Finché non sarà chiaro quale scenario prevarrà nel breve e medio termine, la BCE non può prendere posizioni decise. La pausa sui tassi, che ormai può sembrare la fine del ciclo di allentamento monetario, appare sempre di più come il risultato di una paralisi decisionale, più che una risposta consapevole ai dati macroeconomici.

Lagarde non può fare altro che rimanere immobile. Le sue visite tra i banchi di frutta e i formaggi sono l’unica esibizione che può permettersi senza il rischio di sbagliare.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

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