Urgente: Rimuovere subito la canna fumaria pericolosa! Ecco perché

Eliminare una canna fumaria può comportare valutazioni tecniche e di conformità normativa: esaminiamo insieme ogni aspetto da conoscere.

La eliminazione di una canna fumaria può essere soggetta a valutazioni tecniche e normative, particolarmente in caso di strutture condominiali o storiche. Tuttavia, la presenza di una canna fumaria non implica necessariamente un rischio automatico. La giurisprudenza ha infatti stabilito che l’eliminazione deve essere motivata da reali esigenze di sicurezza o di protezione pubblica, in assenza di regole specifiche relative alle distanze.

È importante sottolineare che secondo la giurisprudenza consolidata, alle canne fumarie non si applica l’assunzione assoluta di nocività e pericolosità prevista dall’art. 889 c.c. per i condotti di acqua e gas che trasportano sostanze liquide o gassose in continuo.

In realtà, per gli elementi in esame si applica l’articolo 890 c.c., che in assenza di una normativa regolamentare che imponga il rispetto di una distanza specifica, stabilisce una presunzione di pericolosità relativa che può essere confutata se la parte interessata dimostra che, adottando le dovute precauzioni, si può evitare il pericolo o il danno al fondo adiacente (Cass. n. 22389/09; Cass. 13449/16).


SCOPRI ANCHE: Chi non utilizza la canna fumaria del condominio deve partecipare alle spese?


Le norme da osservare per installare correttamente una canna fumaria

Per evitare la violazione dell’art. 890 c.c. è necessario:

  • controllare se esiste un regolamento locale che imponga una distanza specifica e se questa, se presente, sia stata rispettata, in quanto in caso contrario si deve presumere la pericolosità assoluta dell’impianto realizzato in violazione della norma locale;
  • in assenza di tale regolamento, è essenziale verificare concretamente se la canna fumaria sia stata installata in modo da superare la presunzione di pericolosità stabilita dalla normativa (Cass. Sez. 2, Ordinanza n. 21819 del 02/08/2024).

Un esempio pratico deliberato dalla Cassazione Civile

Per quanto riguarda la presunzione di pericolosità dell’installazione di una nuova canna fumaria, si fa riferimento alla recente sentenza della Corte Suprema (ordinanza del 10/02/2025, n. 3376), in cui i vicini hanno citato in giudizio il proprietario di un’altra unità per aver installato una canna fumaria, considerata pericolosa perché non rispettava le distanze di sicurezza.


SCOPRI ANCHE: Canna fumaria con sbocco sul tetto, a chi spetta l’onere della manutenzione?


I principi definiti dalla Cassazione

La Cassazione ha dato ragione ai vicini, evidenziando che:

  • la presunzione di pericolosità della canna fumaria è relativa e non assoluta, a differenza di quanto avviene per i condotti di acqua e gas;
  • in assenza di normative specifiche sulle distanze, è indispensabile un esame concreto sulle modalità costruttive della canna fumaria e sui rischi associati alla sua presenza, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza e la salubrità del terreno adiacente;
  • le normative sulle distanze tra edifici hanno una natura pubblica, il che significa che la loro applicazione non ammette margini di tolleranza o valutazioni discrezionali;

Conclusioni

La decisione della Cassazione offre un chiarimento significativo sulle regole di costruzione delle canne fumarie, enfatizzando il principio secondo cui la protezione della sicurezza e della salubrità degli edifici non può basarsi su semplici presunzioni, ma deve essere fondata su una valutazione accurata delle caratteristiche strutturali di ciascuna opera.

Questo comporta una maggiore responsabilità per costruttori e proprietari, i quali devono assicurare che le loro costruzioni rispettino non solo le norme sulle distanze, ma anche i criteri di sicurezza e l’impatto sulle proprietà limitrofe.

Articoli simili :

Vota questo articolo

Lascia un commento