Una start-up giapponese prevede di eliminare i detriti spaziali con laser dalla Terra!

La start-up giapponese EX-Fusion, con sede a Osaka, ha avviato un progetto ambizioso e innovativo per eliminare i detriti spaziali tramite l’uso di laser lanciati direttamente dalla Terra. Questa soluzione, a lungo considerata impossibile, rappresenta un potenziale svolta nella gestione e riduzione della quantità di detriti che affollano l’orbita terrestre, una problematica che mette a rischio satelliti attivi e missioni spaziali future.

La crescente minaccia dei detriti spaziali

I detriti spaziali, generati da vecchi satelliti, razzi abbandonati e collisioni tra oggetti in orbita, rappresentano una minaccia sempre più grave. Ogni collisione genera frammenti di diverse dimensioni, che a loro volta possono danneggiare in modo significativo i veicoli spaziali operativi, anche se hanno solo pochi millimetri di diametro.

La tecnologia laser avanzata di EX-Fusion

EX-Fusion sta sviluppando un sistema di laser ad alta potenza, inizialmente concepito per la ricerca sulla fusione nucleare, in collaborazione con EOS Space Systems, un’azienda australiana specializzata nel tracciamento dei detriti. L’obiettivo è installare questo sistema laser in un osservatorio vicino a Canberra, per monitorare e intervenire sui detriti orbitanti. Questa collaborazione strategica con EOS rappresenta un passo cruciale per il progetto, che verrà implementato in due fasi.

Fase 1: Tracciamento preciso dei detriti

Nella prima fase, il sistema laser sarà utilizzato per tracciare con precisione detriti inferiori ai 10 cm, una sfida tecnica complessa per i sistemi di monitoraggio terrestri. Riuscire a localizzare e identificare questi piccoli frammenti costituisce una tappa fondamentale per la successiva fase di eliminazione.

Fase 2: Rallentamento e distruzione dei detriti

La seconda fase prevede l’utilizzo di un laser ad alta potenza che, puntando brevi impulsi sui detriti, agirà come un freno. Il principio consiste nell’inviare un fascio di laser nella direzione opposta al movimento dei detriti, riducendone la velocità orbitale fino a farli cadere nell’atmosfera terrestre, dove si distruggeranno naturalmente.

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Un laser progettato per la sostenibilità spaziale

A differenza dei laser militari, che distruggono le minacce tramite il calore, il laser di EX-Fusion è basato su una tecnologia DPSS (diode-pumped solid-state), progettata per applicare una leggera pressione sui detriti in movimento, rallentandoli senza distruggerli direttamente. Questa soluzione offre la precisione e l’efficacia necessarie per affrontare l’enorme quantità di detriti orbitali.

I vantaggi dell’approccio terrestre

Utilizzare una soluzione terrestre offre notevoli vantaggi logistici e operativi: la manutenzione e l’aggiornamento del sistema sono semplificati, riducendo i costi e i tempi rispetto alle soluzioni basate su satelliti. Tuttavia, il progetto deve ancora superare sfide legate alla precisione e alla potenza del laser per garantire risultati affidabili.

Una tecnologia complementare nella gestione dei detriti spaziali

L’iniziativa di EX-Fusion si integra con altre soluzioni già in sviluppo per affrontare detriti più grandi, come quelle proposte da Astroscale Holdings, Sky Perfect JSAT e Riken. Mentre queste ultime si concentrano su satelliti in grado di agganciare e rimuovere fisicamente grandi pezzi di detriti, l’approccio di EX-Fusion rappresenta un’alternativa complementare per il trattamento di frammenti più piccoli.

L’iniziativa di EX-Fusion segna un passo significativo nella lotta contro l’inquinamento orbitale, dimostrando come la combinazione di tecnologia avanzata e cooperazione internazionale possa aprire nuove strade per proteggere l’ambiente spaziale e garantire la sicurezza delle missioni future.

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