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La proposta di Donald Trump di “convertire Gaza in una destinazione incantevole, dotata di hotel di lusso, resort e spiagge mozzafiato” è stata vista da alcuni come una provocazione, da altri come un miraggio propagandistico. Tuttavia, il presidente degli Stati Uniti sembra serio nel suo intento di trasformare il destino della Striscia non attraverso la diplomazia, ma tramite interventi edilizi e investimenti miliardari. Quest’idea, introdotta nel suo piano “Peace to Prosperity” del 2020, è stata recentemente riproposta con ambizioni ancora più grandi e discutibili. Ma è realmente fattibile? E a che costo?
Una “Riviera Trumpiana” in mezzo al conflitto
La visione del presidente prevede la totale evacuazione dei suoi residenti e la trasformazione di Gaza in un’area turistica d’elite, simile a Dubai ma sul Mediterraneo.
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Il progetto immagina la completa rimozione delle rovine e degli abitanti palestinesi, e prevede la costruzione di porti, aeroporti, grattacieli e resort. Trump ha descritto Gaza come una “eccezionale opportunità immobiliare” attualmente sprecata a causa di Hamas.
Trump ha persino diffuso un video creato con intelligenza artificiale che rappresenta una Gaza fantastica, ricca di palme, hotel, ville moderne e statue dorate a sua immagine. Un’immagine che, se non fosse per la grave situazione attuale, sembrerebbe tratta da un videogioco.
Il costo del sogno di Trump su Gaza
I costi per un cambiamento radicale come questo sono enormi. Solo per una ricostruzione “standard” (senza trasformarla in una destinazione turistica) si parla di una spesa tra i 50 e i 60 miliardi di dollari. La sola rimozione delle macerie e la bonifica dell’area da ordigni inesplosi e infrastrutture danneggiate richiederebbero almeno cinque anni di lavoro ininterrotto.
Per costruire una vera e propria Riviera del lusso, con infrastrutture moderne, zone turistiche, hotel di alta qualità, reti idriche e di trasporto aggiornate, il costo stimato potrebbe facilmente superare i 1.000 miliardi di dollari, con alcuni esperti che ipotizzano una cifra vicina ai 2.000 miliardi, considerando anche le complessità logistiche e militari di un’operazione del genere.
Essendo Gaza una delle aree più densamente popolate del pianeta, la rimozione di due milioni di persone rappresenta non solo una sfida logistica di enormi proporzioni, ma anche una violazione del diritto internazionale, come evidenziato dalle Nazioni Unite e da varie ONG.
Trump e Netanyahu: il trasferimento dei palestinesi
Ora, esaminiamo la realtà più concreta e discutiamo dell’incontro tra Trump e Netanyahu, durante il quale si è parlato apertamente della possibilità di trasferire i palestinesi fuori da Gaza. Secondo i due leader, tale proposta sarebbe realizzabile se i paesi arabi, in particolare Egitto, Arabia Saudita e Emirati, accettassero di ospitare i rifugiati. Tuttavia, nessuno Stato ha finora mostrato interesse in questa direzione.
La soluzione più discussa è il trasferimento in una parte del Sinai, ma il governo egiziano ha già chiarito di non essere disposto a gestire un esodo forzato. Inoltre, il solo concetto di “trasferimento” ha suscitato preoccupazioni tra i difensori dei diritti umani, configurandosi come una potenziale pulizia etnica mascherata da progetto di riqualificazione urbana.
L’idea di Donald Trump di rendere Gaza una meta turistica non è nuova, ma oggi si scontra con una realtà di guerra continua, assedio della popolazione e una situazione politica instabile.
Pur teoricamente possibile con investimenti stratosferici e una gestione completamente diversa, il progetto rimane per il momento un’irrealizzabile provocazione, che sembra più utile per consolidare consensi interni negli USA e distogliere l’attenzione dai veri problemi del conflitto, piuttosto che offrire una soluzione pacifica concreta. Intanto, i due milioni di abitanti di Gaza pensano a sopravvivere giorno per giorno, senza acqua potabile, elettricità né prospettive future.
Riassunto.
- Trump propone di trasformare Gaza in una zona turistica di lusso, svuotandola dai suoi abitanti e ricostruendola con hotel, resort e infrastrutture moderne.
- Il costo stimato per un tale progetto varia da 1.000 a 2.000 miliardi di dollari, rendendolo attualmente impraticabile.
- L’iniziativa, supportata da Netanyahu, comporterebbe il trasferimento forzato dei palestinesi, sollevando serie critiche internazionali e accuse di pulizia etnica.
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