Scopri Perché le Case Sembrano Avere Volti Umani: Un Fenomeno Incredibile!

Hai mai notato un volto umano tra le nuvole, all’interno di un’automobile o sulla facciata di un edificio? Questo fenomeno è conosciuto come pareidolia.

Delle finestre spalancate che sembrano occhi sbalorditi, un portone semiaperto che ricorda una bocca meravigliata. Queste sono solo alcune delle strane impressioni che possiamo avere guardando la facciata di un edificio. Alcune strutture esterne sembrano celare volti umani. È il caso, ad esempio, dei personaggi del film thriller “La casa dalle finestre che ridono”; questi si sentono osservati dalla facciata in stile Liberty della villa Boccaccini a Comacchio, location scelta dal regista Pupi Avati per alcune scene del suo film.

Il cinema spesso esplora oltre le apparenze, sfruttando l’immaginario di un’abitazione che si rivela essere depositaria di segreti e misteri inenarrabili. Tuttavia, la realtà è meno romanzesca: non sono gli edifici a sembrare volti umani, ma è il nostro cervello che è predisposto a individuare volti ovunque. Questa suggestiva illusione è chiamata pareidolia, un processo naturale che trasforma l’architettura in qualcosa di vivente. Vediamo cosa può accadere osservando un edificio e come interpretare le emozioni attraverso l’architettura e il design.

Perché riconosciamo volti negli oggetti?

Chi di noi non ha mai visto un volto nelle nuvole, nell’interno di un’automobile o, appunto, in un edificio? Questo accade perché il nostro cervello è configurato per identificare forme familiari, in particolare i volti, anche laddove non ne esistono.

Secondo gli esperti, questa capacità è il frutto di un adattamento evolutivo. Per i nostri antenati, poter rapidamente distinguere un volto o una figura umana tra innumerevoli pericoli poteva significare la differenza tra la vita e la morte. In quei tempi, era vitale restare all’erta, poiché un predatore poteva nascondersi tra gli alberi o la possibilità di riconoscere un alleato a distanza poteva essere cruciale per la sopravvivenza. Questa necessità ha modellato e adattato il nostro cervello nel corso dell’evoluzione umana.

Il meccanismo alla base di questo fenomeno coinvolge aree del cervello dedicate alla percezione dei volti, come il “giro fusiforme”. Per il nostro cervello, due finestre e una porta possono evocare occhi e bocca, scatenando questa impressione. È un processo tanto rapido quanto automatico: in sostanza, vediamo ciò che vogliamo (o ci aspettiamo) vedere. Questo fenomeno è noto come “pareidolia”.

Cosa significa pareidolia?

Il termine “pareidolia” deriva dal greco e significa “accanto all’immagine“. Si riferisce a un’illusione subconscia che ci porta a interpretare configurazioni casuali come qualcosa di significativo e familiare, frequentemente un volto umano. Anche le rappresentazioni antropomorfe, come molti animali mitologici greci, sono un’espressione indiretta di questo processo mentale. Nell’antichità, queste rappresentazioni erano spesso utilizzate per simboleggiare qualità o poteri divini associati sia alla natura umana sia a quella animale.

La pareidolia non si manifesta solo attraverso percezioni visive. Esiste anche la pareidolia acustica, quando, ad esempio, interpretiamo come parole o frasi dei suoni casuali, come i presunti messaggi subliminali celati nelle canzoni.

Esempi di pareidolia

La pareidolia, definita anche “illusione pareidolitica“, è molto più diffusa di quanto si possa pensare. La mente associa oggetti a volti umani anche in altri contesti, come nei seguenti esempi tra i più noti:

  • Volti umani nella luna piena.
  • Figure riconoscibili nelle costellazioni.
  • Apparizioni di immagini religiose su muri o oggetti domestici, come il celebre caso di Gesù su un toast.

Perché le facciate degli edifici sembrano volti umani?

Le facciate degli edifici sono un esempio perfetto di pareidolia. Questo perché presentano elementi simmetrici e ordinati che il nostro cervello associa automaticamente ai tratti di un volto.

Ecco quali sono gli elementi che “compongono” un volto:

  • Finestre: percepite come occhi.
  • Porta d’ingresso: facilmente interpretata come una bocca.
  • Balconi e cornicioni: possono ricordare sopracciglia o nasi.
  • Ornamenti e decorazioni: gli elementi decorativi, tipici delle facciate liberty e dello stile “nouveau“, accentuano queste somiglianze, conferendo agli edifici un'”espressione” umana.

Come interpretare le emozioni osservando la facciata di un edificio

I “volti” degli edifici possono evocare emozioni diverse, come paura o gioia. Gli stili architettonici sviluppati nel corso dei secoli e l’estetica hanno contribuito a diversificare lo spettro emozionale. Quindi, la posizione e la forma degli elementi possono suggerire le seguenti emozioni:

  • Finestre allungate e porte strette evocano tristezza.
  • Persiane o porte aperte, e linee architettoniche morbide trasmettono maggiore allegria.
  • Elementi appuntiti o disordinati possono risultare inquietanti, come nel caso delle ville liberty rappresentate nei film horror.

L’architettura sfrutta la pareidolia per emozionare

La pareidolia non si limita alla percezione inconscia e quotidiana, ma è diventata anche un fenomeno culturale e artistico. Fotografare facciate che sembrano volti è una passione per molti, come dimostrano interi reportage fotografici dedicati a “edifici con tratti umani”.

Inoltre, alcuni architetti hanno consapevolmente utilizzato questa tendenza per progettare edifici che sembrano volti, rafforzando il legame tra l’architettura e le emozioni umane.


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