La Storia della Chiesa di San Maurizio a Monza
Il complesso originario di cui fa parte la Chiesa di San Maurizio a Monza, precedentemente nota come Chiesa di Santa Margherita, risale al XIII secolo e fu istituito dagli Umiliati per accogliere le monache del loro ordine. Nel XV secolo, la gestione passò ai Benedettini e nel 1469, venne costruita una nuova chiesa in onore di Santa Margherita e Santa Caterina.
Con il passare degli anni, il monastero ha subito diverse modifiche e una parte di esso è stata demolita. Storicamente, il monastero fu soppresso e la chiesa sconsacrata, con i vari edifici venduti e trasformati, alcuni dei quali negli anni ’50 furono convertiti in parte di un condominio.
Di quel complesso monastico rimane oggi principalmente il portale d’ingresso e la chiesa, ristrutturata nel Settecento, che ora appartiene al Duomo di Monza. Fu la diocesi di Monza a rinominare l’edificio in Chiesa di San Maurizio, nome preso da un’altra chiesa demolita nel XIX secolo, e a trasferirvi il culto.
Il Caso della Monaca di Monza
La Chiesa di San Maurizio è celebre principalmente per la storia di Marianna de Leyva, meglio conosciuta come la Monaca di Monza, che ha ispirato il personaggio di Gertrude nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Marianna, figlia di un nobile spagnolo e vissuta tra il XVI e il XVII secolo, fu obbligata dal padre a diventare suora, prendendo il nome di Suor Virginia Maria. Trascorse la sua vita a Santa Margherita, ma dopo una relazione amorosa con un conte, fu condannata da un processo canonico, promosso dall’arcivescovo di Milano Federico Borromeo, a essere murata viva.
La Struttura della Chiesa di San Maurizio a Monza
Esternamente, la chiesa si distingue per la sua maestosa facciata, alta e stretta, realizzata in stile barocchetto lombardo con materiali come il cotto e il marmo. Un grande finestrone illumina l’interno dall’alto.
Sopra il portale principale si trova una decorazione in marmo raffigurante il busto di Santa Margherita.
All’interno, la chiesa è costituita da una singola navata e ospita un significativo ciclo di decorazioni murali realizzate da Carlo Innocenzo Carloni, un rinomato pittore di fama internazionale dell’epoca, con ulteriori affreschi di Giuseppe Castelli e del Perucchetti.
Sulle pareti si trovano opere di Antonio Maria Ruggeri, Ambrogio Brambilla, Giambattista Gariboldi e Francesco Corneliani. Infine, presso la parete interna dell’ingresso è situato un organo del Settecento, il più antico della città.
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