Scopri i Segreti della Scalinata dei Giganti, Icona di Trieste

La Storia della Scalinata dei Giganti

La Scalinata dei Giganti, icona indiscutibile di Trieste, non esisteva nel XIX secolo. Fu solo più tardi che fu costruita, influenzando profondamente la configurazione urbana e il movimento tra le varie aree della città, fungendo principalmente da collegamento verso il Castello di San Giusto a partire dalla piazza Goldoni. Esploriamo la storia di questa struttura.

Nel 1833, fu inaugurata la prima via che univa la piazza della Legna, successivamente rinominata piazza Goldoni nel 1902, al Monte della Fornace, poi chiamato Colle di Montuzza. Il sentiero originale presentava una pendenza notevole e difficile da percorrere, motivo per cui, nel 1838, fu costruita una prima scalinata per facilitare l’accesso.

Realizzata in arenaria, questa scala fu denominata Scala dei Giganti a causa dell’altezza dei gradini, che raggiungevano i 50-60 centimetri. Questa versione era più ripida e posizionata più a sinistra rispetto alla struttura attuale.

Nel 1888, il consiglio comunale approvò un progetto per la realizzazione di una funicolare che salisse il colle, che però non fu mai costruita. Nel 1904, iniziarono i lavori per una galleria che collegasse piazza Goldoni al quartiere di San Giacomo, permettendo anche il passaggio dei tram.

Con il completamento della galleria, si pianificò un ingresso monumentale, e fu così che nacque l’idea di una nuova scalinata, progettata dall’architetto Ruggero Berlam e suo figlio Arduino, incaricati del progetto.

La Conformazione della Scalinata dei Giganti di Trieste

La nuova Scalinata dei Giganti, realizzata in stile neoclassico, fu ultimata nel 1907 e da allora è divenuta un simbolo riconosciuto e significativo, rappresentando un momento fondamentale nella trasformazione urbanistica della città all’alba del XX secolo.

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La scalinata è composta da 76 gradini nel tratto iniziale fino al primo belvedere, con rampe simmetriche. Sulla destra si trova l’ingresso della Chiesa Evangelica metodista. Sotto il secondo belvedere, si trova un’abside con uno specchio d’acqua e una fontanella, adornata con sculture di rane da cui sgorgano zampilli d’acqua.

Successivamente, una seconda rampa di 57 gradini conduce al secondo belvedere, da cui parte una terza rampa diritta che arriva fino a via Capitolina. Da questo punto, è possibile dirigere verso il Castello di San Giusto e il Parco della Rimembranza, oppure verso la Chiesa di Montuzza e piazza Sansovino.

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