Quando è possibile richiedere una diminuzione dell’affitto
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Esistono diverse circostanze che possono giustificare la richiesta di abbassamento del canone di affitto. Questa può essere necessaria sia in ambito residenziale che commerciale. Le ragioni principali per chiedere una diminuzione includono problemi legati alla struttura dell’immobile o un calo significativo dei redditi o dei fatturati.
Un evento come il licenziamento o l’accesso alla cassa integrazione può legittimare una tale richiesta, purché sia imprevisto e inatteso. Inoltre, problemi strutturali non evidenziati durante le verifiche pre-contrattuali possono essere validi motivi per una riduzione. Questi problemi devono essere emersi dopo la firma del contratto o essere stati non rilevabili durante le negoziazioni, a meno che non si applichi una diligenza ordinaria.
- Problemi di infiltrazioni d’acqua da tetti o appartamenti adiacenti;
- Guasti agli impianti di riscaldamento;
- Un ascensore rumoroso che disturba durate la notte.
Se l’immobile non è conforme a quanto previsto dal contratto, il locatore è tenuto a ridurre l’affitto. Se questa riduzione non viene accettata, l’inquilino può ricorrere all’intervento giudiziario.
Come ottenere una riduzione del canone di locazione?
Per ottenere una riduzione dell’affitto, l’inquilino può:
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- Iniziare una negoziazione diretta con il proprietario per raggiungere un nuovo accordo, che dovrà essere successivamente registrato all’Agenzia delle Entrate;
- Cercare un coinquilino con cui dividere i costi, specialmente in periodi di difficoltà economica;
- Segnalare immediatamente al proprietario eventuali difetti che limitano l’uso dell’immobile per ottenere uno sconto;
- Comunicare prontamente al proprietario eventuali problemi economici personali come la perdita del lavoro.
Come richiedere una riduzione dell’affitto direttamente al proprietario
Per trattare una diminuzione del canone non è necessario compilare documenti specifici. È sufficiente un dialogo aperto e onesto con il proprietario per concordare il nuovo canone. Tuttavia, è importante che ogni accordo venga formalizzato e autorizzato dalla controparte.
Se ci sono difetti nell’immobile e l’inquilino decide di rivolgersi a un giudice, deve continuare a pagare l’affitto concordato fino alla risoluzione legale del caso. In caso contrario, l’inquilino rischia di perdere il diritto alla riduzione dell’affitto o di essere sfrattato per morosità. Una volta ottenuta la riduzione, è cruciale comunicarla all’Agenzia delle Entrate usando il modello RLI.
Riduzione del canone per immobili commerciali
Anche nei contratti commerciali, è possibile negoziare una riduzione dell’affitto. Le cause possono variare da una crisi del mercato, influenze pandemica o inflazione, fino a problemi locali come lavori pubblici che influenzano l’accesso al locale.
La crisi del COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulle attività commerciali, spingendo talvolta alla riduzione dei canoni di locazione, come sancito dall’articolo 1464 del Codice Civile riguardante l’impossibilità parziale della prestazione.
La rinegoziazione del canone commerciale
I contratti di locazione commerciale, regolati dal Codice Civile e dalla legge 392/78, possono essere rinegoziati se entrambe le parti sono d’accordo. Ciò può includere la modifica dei termini in seguito a nuovi difetti o problemi che rendono difficile proseguire l’attività.
L’accordo tra le parti
In caso di rinegoziazione, è fondamentale registrare il nuovo contratto per garantire una data certa, come sottolineato dalla circolare n. 60/E/10 dell’Agenzia delle Entrate. Questo non solo protegge le parti ma permette anche al locatore di dichiarare un reddito minore.
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