Capita a volte di trovarsi con il contatore di luce o gas disconnesso. Questo disagio si verifica spesso a causa di aumenti delle tariffe o malfunzionamenti che possono essere contestati.
In effetti, la disconnessione del contatore per morosità non è istantanea, a differenza della riattivazione che, sebbene immediata, segue procedure specifiche a seconda dei casi. Esploriamo come, a quali costi e in quali tempi è possibile riattivare il contatore per le utenze domestiche, e quali supporti richiedere quando non si è in grado di saldare il debito prima che l’operatore proceda con la disconnessione di servizi essenziali.
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Quando viene disconnesso il contatore della luce?
La disconnessione dell’energia elettrica o del gas non avviene subito dopo il mancato pagamento di una fattura. Le compagnie di fornitura seguono una procedura standard che include vari avvisi prima della sospensione del servizio.
La disconnessione avviene secondo i seguenti tempi:
- 10 giorni dopo la scadenza della fattura: viene inviato un sollecito amichevole di pagamento all’utente.
- 25 giorni dalla scadenza: se il pagamento non è stato effettuato, il fornitore invia una notifica di morosità.
- 40 giorni dalla morosità: se il debito non è saldato entro 40 giorni dalla notifica di morosità, la compagnia può procedere alla disconnessione del servizio.
Cosa succede prima della disconnessione
Prima della disconnessione totale, cioè dopo i 40 giorni dalla notifica di morosità, la potenza dell’energia può essere ridotta al 15%, per permettere il funzionamento degli apparecchi essenziali.
Tuttavia, prima di giungere a questa fase, l’utente dispone di 2 mesi di tempo per cercare soluzioni alternative, valutare altre offerte sul sito dell’ARERA e saldare il debito. Ma cosa fare nel frattempo?
Cosa fare quando il contatore è disconnesso
Se il contatore di luce e gas è disconnesso per morosità, l’intestatario del contratto deve prima saldare il debito per poter richiedere la riattivazione. Tuttavia, se l’utente che subentra nell’abitazione in affitto o appena acquistata, non ha nessun legame con il debito preesistente, può evitare il pagamento dimostrando la propria estraneità alla morosità.
In ogni caso, per riattivare le utenze è necessario sostenere dei costi. Vediamo quanto ammontano.
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Quanto costa riattivare un contatore disconnesso?
Prima della riattivazione, è necessario saldare l’eventuale debito residuo e sostenere i costi di riattivazione del servizio. Questi ultimi variano a seconda del servizio e sono generalmente così distribuiti:
- Energia elettrica: 74,50 euro per la sospensione del servizio e 74,50 euro per la riattivazione.
- Gas: 95 euro per la sospensione e 95 euro per la riattivazione. Questi importi sono aggiuntivi rispetto all’eventuale debito residuo da saldare prima della riattivazione.
Quanto tempo è necessario per la riattivazione?
Una volta inviata la richiesta di riattivazione e presentata la prova di pagamento, il fornitore trasmette la richiesta al distributore, che deve ripristinare il servizio entro:
- 1 giorno lavorativo per la luce.
- 2 giorni lavorativi per il gas.
Se la riattivazione avviene oltre i tempi previsti, l’utente ha diritto a un indennizzo automatico che può raggiungere circa cento euro.
Come riattivare un contatore disconnesso per morosità?
Le procedure di riattivazione dipendono dalle situazioni specifiche. Ecco come procedere:
La voltura (se il contatore è attivo ma bloccato):
- Contattare il fornitore attuale.
- Fornire i dati necessari (codice POD/PDR, codice fiscale, documento d’identità).
- Firmare il nuovo contratto.
Il subentro (se il contratto è stato chiuso):
- Contattare il distributore per una nuova attivazione.
- Presentare la documentazione necessaria.
- Sottoscrivere un nuovo contratto.
Dichiarazione di estraneità al debito (se il nuovo inquilino non è responsabile della morosità):
- Fornire documenti che dimostrino l’assenza di legami con il precedente intestatario del contratto
- Richiedere il subentro o una nuova attivazione con un fornitore a scelta.
Cosa fare se non riesco a pagare le bollette?
In caso di difficoltà economiche, è possibile valutare alcune opzioni per evitare la disconnessione del servizio. Ecco alcune delle possibili soluzioni:
- Rateizzare il debito: molti fornitori offrono la possibilità di pagare l’importo dovuto in più rate.
- Richiedere bonus sociali e agevolazioni sulle bollette: di solito i governi prevedono aiuti a sostegno di famiglie con basso ISEE o con figli a carico. Tutte queste opzioni possono essere valutate rivolgendosi a un CAF o cercando informazioni online sui siti istituzionali e sul portale ARERA.
- Fondi di emergenza comunali: alcuni comuni mettono da parte risorse e aiuti economici destinati ai cittadini residenti in difficoltà, per il pagamento delle utenze.
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