Oro vs Dollaro: la BCE ammette che non è l’euro l’alternativa principale nelle riserve mondiali!

L’oro emerge come la principale alternativa al dollaro, non l’euro, che vedrà una riduzione nelle riserve globali nel 2024, secondo un rapporto della BCE.

Il dollaro sta affrontando pressioni da diversi mesi, seguito all’imposizione di tariffe doganali da parte dell’amministrazione Trump sulle importazioni provenienti da altre nazioni. Questo ha portato al trasferimento di capitali, principalmente dalla Cina, fuori dagli Stati Uniti verso destinazioni ritenute più sicure. Di conseguenza, i rendimenti dei Treasury, i titoli di Stato statunitensi, sono aumentati invece di diminuire, come normalmente accade in periodi di tensione finanziaria. Tuttavia, non è l’euro a beneficiare di questa situazione, ma l’oro, come recentemente riconosciuto dalla Banca Centrale Europea (BCE).

Il calo dell’euro a vantaggio dell’oro

In un recente rapporto sulla distribuzione delle riserve monetarie globali, si prevede che entro la fine del 2024 l’oro supererà l’euro, posizionandosi subito dopo il dollaro come la seconda riserva più prevalente. La sua quota aumenterà al 20% rispetto al 16% dell’euro, che invece subirà un declino. Il dollaro rimarrà in testa con il 46%.

L’anno scorso, le banche centrali hanno acquistato oltre 1.000 tonnellate di oro, continuando una tendenza di lungo termine che ha visto raddoppiare gli acquisti rispetto alla media del decennio 2010-2020. Le riserve d’oro hanno raggiunto le 36.000 tonnellate, il livello più alto dalla metà degli anni ’60, periodo durante il quale era ancora in vigore l’Accordo di Bretton Woods.

L’influenza geopolitica sulle riserve

Il crescente successo dell’oro è percepito da decenni come un segno di crisi per il dollaro e ora anche come simbolo del declino dell’euro. La moneta unica europea non riesce a posizionarsi come una alternativa solida al dollaro per i pagamenti e gli investimenti internazionali.

L’importanza dell’euro nelle riserve globali è leggermente superiore al PIL dell’Eurozona nel contesto mondiale. Invece, il dollaro si mantiene ben oltre le dimensioni economiche degli Stati Uniti.

Perché l’oro? È un bene storico, riconosciuto come mezzo di pagamento e riserva di valore universale, non manipolabile come le monete fiat e facilmente liquidabile in caso di necessità. Protegge inoltre dall’inflazione. Le sanzioni e i dazi recenti hanno spinto quelle nazioni meno allineate con l’Occidente a diversificare le loro riserve per diminuire la dipendenza dal dollaro e dai suoi asset correlati.

Europa penalizzata dal caso Russia

Invece di rappresentare un’alternativa credibile, come era l’ambizione alla sua creazione, anche l’euro sta subendo un declino. La gestione del caso Russia ha mostrato che, così come Washington è considerata un rischio dagli avversari dell’America, Bruxelles non è vista in modo diverso. Le azioni di “congelamento” delle riserve russe e le minacce di esproprio danneggiano la fiducia nello stato di diritto vantato dall’Unione Europea. I capitali stanno cercando destinazioni alternative più sicure, e l’oro, di conseguenza, brilla ancora di più come opzione.

Quest’anno, il valore dell’oro è aumentato del 28,5% in dollari, del 76% in cinque anni e quasi del 190% in dieci anni. E sembra che la sua ascesa sia tutt’altro che finita.

Il declino dell’euro causato da ambiguità

Oltre ai motivi geopolitici, il calo dell’euro è anche legato alle note problematiche interne dell’Eurozona. Si tratta di un’area economicamente integrata, ma non abbastanza da avere una politica fiscale unica. I 20 stati membri condividono la stessa valuta, ma negoziano sui mercati 20 debiti diversi, con rischi talvolta molto variabili tra loro. Gli spread sono ridotti a livelli critici, ma persiste l’incertezza su una possibile ripetizione degli eventi del decennio scorso. La struttura rimane incompleta e incerta, rendendo l’oro un’alternativa più sicura.

Articoli simili :

Vota questo articolo

Lascia un commento