Debito Europeo Sfida il Dollaro: Ecco la Nuova Proposta Rivoluzionaria!

Due economisti suggeriscono l’emissione di debito europeo per contrastare il predominio del dollaro come valuta di riserva globale.

Nonostante alcune incertezze riguardo la stabilità del sistema finanziario statunitense, il dollaro mantiene il suo primato. Anche se ha perso circa il 10% rispetto al picco raggiunto all’inizio dell’anno contro altre valute globali, questo calo rappresenta più un riassetto dei portafogli dopo un periodo di forte dominio del dollaro e di Wall Street. È evidente che, fino ad ora, non esiste una vera alternativa al dollaro. Proprio per questo motivo, gli economisti Olivier Blanchard e Angel Ubide hanno avanzato una proposta innovativa: puntare sul debito europeo.

Il dibattito sull’emissione di debito europeo

Forse vi ricorderete dei cosiddetti Eurobond, oggetto di discussione per decenni.

La proposta venne avanzata per la prima volta sul piano politico dall’ex ministro delle Finanze italiano, Giulio Tremonti, nel 2010, proprio alla vigilia di una grave crisi dell’euro e dei debiti sovrani nell’area. La proposta non trovò seguito, con una risposta decisamente negativa da parte della Germania. L’idea di condividere i debiti con paesi come l’Italia è ancora oggi fonte di grande tensione per la Germania. Se un leader vuole provocare i tedeschi in un incontro internazionale, basta che sollevi questo tema.

Attualmente, l’Unione Europea sta emettendo Eurobond per un totale di circa 800 miliardi di euro per finanziare il programma Next Generation EU entro il 2026. Tuttavia, questi non stanno riscuotendo il successo sperato. Offrono rendimenti superiori a quelli dei Bund tedeschi lungo la curva a scadenza, in quanto sono percepiti come un fenomeno senza prospettive future oltre il 2026 e di dimensioni relativamente ridotte. I principali operatori finanziari internazionali non li hanno inclusi nei loro indici l’anno scorso, poiché non li considerano pienamente come titoli sovrani o sufficientemente liquidi.

La mancanza di un asset sicuro europeo

Da tempo la Banca Centrale Europea (BCE) sottolinea la necessità di un “safe asset” europeo. Recentemente, ha osservato che l’euro è stato superato dall’oro tra le riserve valutarie, affermandosi come una vera alternativa al dollaro. L’Eurozona presenta 20 diversi titoli di stato, alcuni dei quali con rating medio-bassi come i BTp. I Bund tedeschi sono il riferimento per l’area, ma il loro mercato è di dimensioni non comparabili a quello dei Treasury americani o dei bond giapponesi, rispettivamente di 28.600 e 11.000 miliardi di dollari. La Germania ha un’economia simile per dimensioni a quella del Giappone, ma con un debito pubblico proporzionalmente molto inferiore. Alla fine del 2024, il mercato dei Bund non raggiungeva i 2.000 miliardi di euro.

La mancanza di un “safe asset” è un problema reale per il nostro continente. Se gli investitori stranieri desiderassero investire i loro capitali in Europa come “porto sicuro”, dove potrebbero farlo? Senza un debito europeo condiviso, manca l’impulso a distaccarsi dal dollaro. Blanchard e Ubide hanno quindi avanzato una proposta, suggerendo che l’UE potrebbe emettere debito in sostituzione del debito nazionale per il 25% del suo valore.

Il piano Blanchard-Ubide

In sostanza, secondo questa proposta, Bruxelles non aumenterebbe il suo debito, ma si indebiterebbe al posto degli stati membri e solo per una quota minima. Questo non solo supererebbe le obiezioni suddette, ma potrebbe anche placare le preoccupazioni tedesche e dei paesi nordici riguardo al rischio di moral hazard. La preoccupazione è che il debito europeo potrebbe incoraggiare i paesi membri, in particolare quelli del sud, a una maggiore spensieratezza fiscale. Le emissioni di debito europeo rifinanzierebbero le scadenze nazionali o finanzierebbero il riacquisto di bond nazionali sul mercato. Per quanto riguarda i costi degli interessi, Bruxelles potrebbe garantire alcune entrate fiscali come l’IVA, risultando in un’operazione vantaggiosa sia per l’UE, che potrebbe finalmente attrarre capitali globali e rafforzare il ruolo dell’euro, sia per i governi nazionali, che beneficerebbero di tassi di interesse più bassi su parte del loro debito.

Le sfide del debito europeo

Un’ulteriore sfida è rappresentata dalla posizione della Germania. Poiché i Bund hanno rendimenti inferiori rispetto ai titoli del debito europeo, non ci sarebbe un vantaggio immediato per i tedeschi, che potrebbero subire delle perdite in termini di spesa per interessi. Tuttavia, il vantaggio per loro sarebbe di condividere con altri partner un euro reso “safe asset” sui mercati internazionali, consentendo un rifinanziamento a costi globalmente inferiori, come avviene negli Stati Uniti da decenni.

È chiaro che il debito europeo da solo non è sufficiente. Anche la BCE riconosce la necessità di “credibilità geopolitica” e “resilienza economica”. Nonostante l’Europa stia cercando di ridurre la sua dipendenza militare dagli USA e di rafforzarsi, ci vorranno anni per vedere risultati concreti. Inoltre, la crescita economica del continente è stata limitata per decenni a causa di un’eccessiva burocrazia e di politiche discutibili, come quelle recenti legate al Green Deal. La dipendenza da materie prime esterne rimane un’altra grande sfida, così come la governance dell’UE, che è tutt’altro che credibile ed efficiente.

 

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