Uffici di lusso contro lo smart working: barista e vista Tour Eiffel

In un’epoca in cui lo smart working è sempre più diffuso, alcune grandi aziende stanno puntando su una strategia opposta: creare ambienti di lavoro così confortevoli e prestigiosi da rendere il rientro in ufficio non solo accettabile, ma desiderabile. L’obiettivo? Fidelizzare i collaboratori, incentivare la presenza e rivalutare la dimensione fisica del lavoro.

Nei nuovi headquarters di società come Forvis Mazars, AXA e McKinsey, il concetto tradizionale di ufficio cede il passo a spazi ispirati al mondo dell’hotellerie di fascia alta, con bar panoramici, rooftop con vista su Parigi, aree wellness e servizi personalizzati.

Design e benessere come leva di retention

“L’ambiente di lavoro è diventato uno strumento di retention”, conferma Aude Valtier, esperta in progettazione di spazi su misura. E i dati lo dimostrano: secondo una recente indagine condotta da Morning con Appinio, i fattori che migliorano la qualità della giornata lavorativa includono:

  • Relazioni sociali tra colleghi (53%)

  • Accesso a spazi all’aperto (46%)

  • Offerta ristorativa variegata (36%)

  • Possibilità di fare sport (31%)

  • Servizi di conciergerie (10%)

Questi elementi si stanno trasformando in asset strategici per attrarre e trattenere i migliori talenti, soprattutto in un contesto in cui alcune aziende stanno riducendo le giornate di smart working.

Da mensa a brasserie: la nuova cultura del workplace

Il classico concetto di mensa aziendale è ormai superato. Le nuove sedi parlano di “offerta di ristorazione”, “brasserie aziendale” o “piazza del villaggio”, come nel caso di AXA. Lo spazio dedicato al cibo diventa multifunzionale, utilizzabile anche per riunioni informali o momenti di decompressione.

Anche i dettagli contano: Forvis Mazars, ad esempio, dispone di sette tea manager che si occupano del servizio durante le riunioni, mentre McKinsey ha ristrutturato la propria sede includendo una sala fitness, una relax zone e un’offerta gastronomica di alto livello, pensata per rendere l’esperienza in sede il più accogliente possibile.

Da mensa a brasserie
La sala riunioni del Gruppo AXA, nell’Hôtel particulier de La Vaupalière. (Antoine Doyen)

Architettura che favorisce collaborazione (e produttività)

L’architettura stessa gioca un ruolo cruciale. Le torri verticali della Défense, simbolo di un lavoro verticale e isolato, lasciano spazio a strutture orizzontali, con spazi aperti, collegamenti fluidi tra i piani e ambienti che favoriscono il passaggio informale tra colleghi.

“La distribuzione degli ambienti ha effetti reali sulla produttività”, spiega Valtier. “Quando si può porre una domanda senza fissare un appuntamento in agenda, il tempo si guadagna e si riduce l’attrito operativo.”

Burocrazia invisibile e comfort tangibile

Anche il rumore è una variabile da non sottovalutare. Secondo l’indagine Morning/Appinio, il 60% degli intervistati considera il rumore ambientale come il principale elemento di disturbo, superando persino l’obsolescenza delle dotazioni tecnologiche.

Per questo, i nuovi uffici si dotano di:

  • Phone box insonorizzate

  • Postazioni silenziose

  • Acustica curata nei materiali e nella disposizione

Le aziende che investono in questo senso non solo ottimizzano lo spazio, ma rispondono anche al rischio che i lavoratori preferiscano restare in smart working per avere maggiore concentrazione.

Uffici di lusso contro lo smart working
Sede di Forvis Mazars a Levallois-Perret. (Forvis Mazars)

Il tramonto dell’ufficio privato? Non proprio

Il tema dell’ufficio individuale resta delicato. La maggior parte delle nuove sedi prevede postazioni non assegnate. Solo in pochi casi – come i CEO – vengono mantenuti uffici privati. Alcuni dirigenti preferiscono prenotare sale riunioni quando sono in sede. Ma questa transizione non è sempre indolore.

“Per molti dipendenti, l’ufficio è un segno di status, come l’auto aziendale,” spiega Alexandre Pham, CEO di Mistertemp’Group. Il compromesso? Offrire spazi ibridi: zone condivise, silenziose, ma anche flessibili e prenotabili, che rispettano i diversi bisogni.

Conclusione: tornare in ufficio è una questione di valore percepito

Nel tentativo di ristabilire una cultura del lavoro in presenza, le imprese stanno riscrivendo il rapporto tra spazio fisico e benessere professionale. I nuovi uffici di lusso – con barista, vista su Parigi e ambienti silenziosi – non sono solo una moda: sono una risposta strategica a una forza lavoro che oggi valuta l’ufficio come esperienza, non solo obbligo.

Nel medio periodo, sarà interessante osservare se questo modello ibrido ma orientato al comfort riuscirà davvero a convincere i lavoratori a tornare in sede o se il lavoro a distanza rimarrà, per molti, l’opzione più razionale e produttiva.

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