UE contro Stellantis e Renault: multe pesanti per le utilitarie inquinanti!

L’UE cambia criteri per le sanzioni al settore automobilistico, passando da un controllo annuale a uno triennale. Stellantis e Renault, tuttavia, reclamano una deregolamentazione per le vetture più piccole.

Ieri, con 458 voti a favore, 101 contrari e 114 astensioni, il Parlamento Europeo ha deciso di modificare le regole sulle sanzioni al settore automobilistico all’interno dell’UE. Le penalità saranno ora imposte basandosi sulla media delle emissioni di CO2 nel periodo 2025-2027 e non più solo per l’anno 2025. Questa decisione mira a dare più tempo al settore e a prevenire un peggioramento della crisi automobilistica europea. Questa modifica era stata proposta nel pacchetto “Fit for 55”, che si prefigge di ridurre le emissioni inquinanti del 55% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Sanzioni per emissioni oltre il limite

Le sanzioni saranno applicate ai produttori di automobili che non riusciranno a ridurre le emissioni di CO2 del 15% rispetto ai livelli massimi stabiliti nel 2021. Già da quest’anno, le emissioni non dovranno superare i 93,6 grammi per chilometro percorso. Se questa revisione della normativa sarà accettata dal Consiglio europeo, entrerà in vigore. Questa modifica è stata facilitata dai nuovi equilibri politici nel Parlamento Europeo, dove il Partito Popolare Europeo ha trovato un accordo con i partiti conservatori di ECR e i sovranisti del gruppo dei Patrioti. Socialisti e Verdi non hanno cambiato la loro posizione.

Elkann e de Meo chiedono neutralità tecnologica

La revisione di questa normativa è solo l’inizio di un dibattito cruciale per i governi, dato che sono in gioco milioni di posti di lavoro. Pochi giorni fa, il presidente di Stellantis e quello di Renault hanno rilasciato un’intervista congiunta al Corriere della Sera. John Elkann e Luca de Meo hanno sottolineato la necessità di eliminare l’eccessiva regolamentazione da parte dell’UE.

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Il 92,5% dell’aumento del costo di una Clio nel 2030 rispetto al 2015, secondo de Meo, deriverà dalle normative europee. Entrambi hanno criticato l’approccio di Bruxelles, che ha trattato le auto utilitarie allo stesso modo delle auto di lusso, causando un aumento dei prezzi per le prime e una riduzione dei margini di profitto. Elkann ha evidenziato la necessità di adottare una “neutralità tecnologica”, principio sostenuto anche dal PPE e dalla destra al Parlamento Europeo, invece di imporre dal 2035 il divieto di produzione di auto non elettriche. De Meo ha aggiunto che oggi è noto che una piccola auto ibrida ha emissioni inferiori rispetto a un SUV elettrico, se consideriamo l’intero ciclo di vita, ma a livello normativo vengono trattati allo stesso modo.

UE criticata per la sua ideologia

Secondo i due importanti manager, l’UE ha adottato una politica troppo ideologizzata e scollegata dai dati scientifici. Questo rappresenta un cambiamento di posizione per Stellantis, che fino a poco tempo fa difendeva la normativa europea sotto la guida di Carlos Tavares. Per quanto riguarda le sanzioni alle auto, c’è il rischio di procrastinare il problema invece di risolverlo definitivamente. I due hanno richiesto regole chiare e trasparenti per poter pianificare sul lungo termine. Riferirsi alle emissioni di un triennio invece che a quelle annuali è già un importante passo avanti.

Tuttavia, saranno necessari ulteriori investimenti (e costi) per raggiungere i nuovi limiti, il che potrebbe solo rallentare l’aumento dei prezzi, ma non fermarlo, per gli automobilisti. La produzione automobilistica europea è l’unica al mondo che non ha ancora raggiunto i livelli pre-Covid, come sottolineato da Elkann e de Meo. Anche il mercato dell’usato è diventato inaccessibile per molti, spostando la domanda su questo segmento. Questo porta al paradosso di un parco auto europeo che invecchia, diventando potenzialmente più inquinante. Ci sono 250 milioni di vecchie auto che sarebbe meglio sostituire con veicoli nuovi. Ma se le famiglie continueranno a rinviare gli acquisti per via dei costi elevati, in strada circoleranno auto con emissioni di CO2 maggiori.

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Le multe alle auto non sono la soluzione

Questo è ciò che i legislatori europei dovrebbero comprendere: non saranno le multe al settore automobilistico a ridurre l’inquinamento, ma piuttosto il mercato stesso. E affinché funzioni, è necessario che le interferenze normative siano ridotte al minimo. Solo l’aumento del benessere permette di adottare abitudini di consumo più sostenibili. Questo è l’opposto di quanto sta avvenendo in Europa, dove il legislatore sembra guidato da un’ideologia. Ammettendo che abbia senso fare sacrifici per ridurre l’inquinamento in Europa di uno zero virgola, mentre altrove nel mondo l’inquinamento aumenta e le nostre preoccupazioni vengono ignorate. Persino Tony Blair, un tempo parte della sinistra ambientalista, ha recentemente riconosciuto che è controproducente sacrificare le condizioni di vita dei cittadini per ottenere risultati ambientali quasi impercettibili.

 

 

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