Scopri le Domus de Janas: le incredibili ‘Case delle Fate’ in Sardegna ti lasceranno senza fiato!

Già 5000 anni fa, l’immaginario dei Sardi era abitato dalle fate. La loro esistenza è attestata nelle Domus de Janas, necropoli scavate nella roccia.

Nelle aspre e selvagge alture della Sardegna sono nascosti antichi segreti e tombe vecchie di migliaia di anni. E’ in questi angoli aridi, tra rocce modellate dall’uomo e dal tempo, che si trovano le Domus de Janas, che nella tradizione popolare rimandano a mitiche creature resilienti e alla vita nell’oltretomba. Infatti, questi insediamenti rupestri, intagliati dai primitivi, sono le “case delle fate” della Sardegna. Cerchiamo di svelare i misteri di questi luoghi lontani nel tempo, ma ancora presenti nelle montagne sarde o nelle zone più inaccessibili e tra le colline che si diradano verso il mare di Sardegna.

Cosa sono le Domus de Janas?

Le Domus de Janas sono misteriose tombe ipogee preistoriche scavate nella roccia, risalenti all’ epoca prenuragica in Sardegna. Questi siti archeologici combinano fascino e mistero, realtà e mito, sono tra i più antichi della regione e rappresentano una testimonianza unica delle credenze e delle pratiche funerarie dei popoli che abitavano l’isola millenni fa. Secondo la credenza popolare, attraversare la soglia di queste cavità significava entrare in un mondo arcano, dove la voce degli antichi popoli sussurra ancora tra le ombre delle pietre. Ma non sono spettri inquietanti, bensì fate e folletti dai poteri magici.

Perché vengono chiamate “case delle fate”?

Le Domus de Janas risalgono al periodo compreso tra il 3400 e il 2700 a.C., quindi più di 5000 anni fa. Questi ambienti scavati nelle rocce servivano a ospitare i morti, ma sono anche segni di una cultura mitologica scomparsa, infatti il nome deriva dalla tradizione popolare sarda che associa questi luoghi alle “Janas“, creature mitologiche femminili simili a fate dotate di poteri magici. Secondo le leggende, le Janas vivevano in queste cavità vegliando sul sonno dei bambini. Sono figure fantastiche percepite come spiriti benigni o, in alcuni casi, come custodi di tesori nascosti. Il nome evoca quindi un immaginario fiabesco, che rende ancora più affascinanti questi siti archeologici. Quindi, la morte era solo un passaggio verso l’eternità, che si poteva raggiungere attraversando la soglia delle Domus.

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Dove si trovano le Domus de Janas?

Le Domus de Janas sono sparse in tutta la Sardegna. Tra le più famose, si segnalano quelle presenti nelle seguenti località:

  • Sant’Andrea Priu a Bonorva: nella parte più interna, centro-settentrionale della Sardegna, regione del Logudoro;
  • Anghelu Ruju ad Alghero: pianura fertile a pochi chilometri di distanza dal mare;
  • Montessu a Villaperuccio: la “tomba delle spirali” è decorata con denti di lupo in ocra rossa che rappresenta la rigenerazione e indica il passaggio verso l’oltretomba;
  • Necropoli di Genna Salixi a Villa Sant’Antonio: presenta strutture a più vani, con corridoi d’accesso;
  • Is Loccis Santus nel Sulcis: planimetria della necropoli che ricorda un fiore con i petali;
  • Sedini in provincia di Sassari: con scalinate e vista mare mozzafiato.

Ogni sito ha caratteristiche uniche e offre uno sguardo sulle antiche tradizioni funerarie sarde.

Come sono strutturate le Domus de Janas?

Gli insediamenti funerari sono stati scavati direttamente nella roccia affiorante su costoni, spesso formando complesse necropoli. Sebbene presenti anche in altri siti mediterranei, quelle sarde si distinguono per la loro straordinaria lavorazione, che riflette l’architettura delle abitazioni dei paleosardi di 5000 anni fa.

Le piccole grotte riproducono capanne rotonde con tetti conici, spazi rettangolari con tetti inclinati, porte e finestre. Le pareti sono decorate con simboli magici in rilievo, come corna taurine stilizzate, spirali e disegni geometrici, legati al culto della rigenerazione.

Per le Domus più elaborate, gli archeologi ipotizzano un progetto costruttivo unitario con planimetrie a forma di “T” o di croce. L’ingresso (la porta verso l’oltretomba che si apriva con la morte) avveniva attraverso un lungo corridoio che portava a un’anticella e poi a una cella centrale, attorno alla quale erano disposte le varie cellette funerarie.

Alcune tombe furono utilizzate dalle culture prenuragiche di San Ciriaco e Ozieri, e, più raramente, durante la civiltà nuragica e in epoca storica. La necropoli di Sant’Andrea Priu a Bonorva fu anche riutilizzata in epoca romana e bizantina, decorata con affreschi dedicati a scene religiose.

Quante sono le Domus de Janas in Sardegna?

Si stima che in Sardegna ci siano circa 2400 Domus de Janas, suddivise tra tombe isolate e necropoli più complesse, come piccoli cimiteri sotterranei nella roccia. Queste strutture sono state ritrovate in diverse aree dell’isola, e molte sono ancora oggi oggetto di studio e ricerca. Nel 2021 è stata presentata la candidatura per il riconoscimento delle Domus come patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO.

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