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Nella bolletta dei rifiuti si può trovare una voce chiamata TEFA, che potrebbe sembrare poco familiare. Questa rappresenta un’importante componente del sistema fiscale ambientale italiano. Insieme alla più conosciuta TARI, serve a finanziare i servizi pubblici di gestione dei rifiuti, anche se si basa su principi e obiettivi diversi.
Analizziamo in dettaglio cosa è la TEFA, a chi si rivolge, come viene calcolata e come si distingue dalla TARI.
Cos’è la TEFA?
La TEFA, acronimo di Tributo per l’Esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente, è un’imposta provinciale creata dall’articolo 19 del Decreto Legislativo 504/1992. Dal 2013, con l’introduzione della TARES (successivamente sostituita dalla TARI), la TEFA è stata confermata come quota supplementare a carico del consumatore finale. Il suo obiettivo è quello di finanziare le attività provinciali (o delle Città Metropolitane) relative alla tutela e gestione dell’ambiente.
Questo tributo viene applicato a tutte le utenze domestiche e non domestiche già soggette alla TARI. La peculiarità della TEFA è che non viene pagata direttamente dall’utente alla Provincia, ma è raccolta dai Comuni (o dai soggetti incaricati della gestione dei rifiuti, come AMA a Roma) e successivamente trasferita all’ente provinciale. L’importo della TEFA è proporzionale all’ammontare della TARI e può raggiungere un massimo del 5%.
Sono le singole Province o Città Metropolitane a decidere l’aliquota effettiva attraverso regolamenti specifici. Di conseguenza, la quota di TEFA può variare in base al territorio. Ad esempio, la Città Metropolitana di Roma Capitale applica l’aliquota massima del 5%, che viene aggiunta all’importo della TARI nella bolletta dei cittadini. La scelta dell’aliquota dipende anche dalle necessità economiche dell’ente provinciale e dalle politiche ambientali locali, rendendo la TEFA uno strumento di finanziamento flessibile, ma variabile nel tempo.
Quali sono le differenze tra TEFA e TARI
Anche se entrambe compaiono nella bolletta dei rifiuti, TEFA e TARI non sono identiche. La differenza principale sta nella destinazione del tributo e nella gestione amministrativa. La TARI (Tassa sui Rifiuti) è finalizzata a coprire i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. È un’imposta comunale, gestita direttamente dall’amministrazione locale o da enti specifici come AMA a Roma, e il suo importo si basa sulla superficie dell’immobile e sul numero di occupanti.
La TEFA, invece, non finanzia direttamente la raccolta rifiuti ma supporta le funzioni ambientali generali svolte dalle Province. Con i fondi della TEFA, le Province possono effettuare attività di controllo ambientale, tutela delle risorse idriche, gestione delle discariche e monitoraggio dell’inquinamento del suolo e delle acque. In altre parole, mentre la TARI è direttamente collegata al servizio di nettezza urbana, la TEFA ha uno scopo più ampio e indiretto.
Come leggere correttamente la bolletta TARI con la quota TEFA
Praticamente, la TEFA viene indicata nella bolletta della TARI come voce distinta etichettata come “Tributo provinciale TEFA” o “Addizionale provinciale”. È fondamentale saperla identificare per capire come viene suddiviso l’importo totale e per essere consapevoli di come vengono impiegati i fondi versati.
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Ad esempio, se in una bolletta TARI l’importo dovuto è di 300 euro e la Provincia ha fissato un’aliquota TEFA del 5%, si pagheranno 15 euro di TEFA, per un totale di 315 euro. I 300 euro rimangono nelle casse del Comune o dell’ente gestore per finanziare la raccolta rifiuti, mentre i 15 euro vengono trasferiti alla Provincia per la tutela ambientale generale.
Perché è utile conoscere la TEFA
Capire cosa sia la TEFA e come si differenzi dalla TARI è essenziale per una maggior consapevolezza dei meccanismi fiscali che regolano la gestione ambientale nel nostro Paese. Sapere che la voce TEFA finanzia attività sovracomunali aiuta il cittadino a comprendere meglio come vengono utilizzate le risorse pubbliche e a distinguere le responsabilità tra Comune e Provincia.
Non è solo una voce di spesa aggiuntiva, ma riflette il funzionamento multilivello dell’amministrazione pubblica, con compiti distinti ma complementari. Inoltre, conoscere approfonditamente i tributi locali permette ai cittadini di partecipare attivamente al dibattito pubblico e di esercitare una cittadinanza più informata. Comprendere i principi della fiscalità ambientale non è solo un dovere civico, ma anche un strumento per capire le politiche di sostenibilità e il loro impatto quotidiano.
Anche se meno nota rispetto alla TARI, la TEFA ha una funzione ambientale e istituzionale precisa. Non è un doppio pagamento, ma una quota destinata a un livello amministrativo diverso per scopi specifici.
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