Prescrizione Tari: dopo quanto tempo scatta? Scopri il termine limite!

Comprendere le scadenze, le interruzioni e le eccezioni può aiutare a evitare pagamenti non dovuti e a difendere i propri diritti.

La Tari, termine che sta per Tassa sui Rifiuti, è un’imposta locale finalizzata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Questo tributo è raccolto dagli enti locali e deve essere pagato dai proprietari o possessori di immobili che hanno la capacità di generare rifiuti, a prescindere dall’effettivo utilizzo di tali immobili.

Quando avviene la prescrizione della Tari?

La Tari, al pari di altri tributi locali come l’IMU, è soggetta a prescrizione. Secondo la legge attuale, la prescrizione della Tari avviene dopo 5 anni. Questo significa che se sono passati 5 anni dalla data in cui il pagamento doveva essere effettuato, l’ente locale non può più richiedere il versamento di tale tributo.

Quando iniziano a decorrere i termini di prescrizione?

Il periodo di prescrizione della Tari inizia a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui la tassa doveva essere pagata. Ad esempio, per la Tari dell’anno 2018, la prescrizione inizia dal 1° gennaio 2019 e scade il 1° gennaio 2024. Tuttavia, a causa della sospensione dei termini per 85 giorni dovuta al Covid, dal 9 marzo al 31 maggio 2020, questa scadenza è stata posticipata al 26 marzo 2024.

Eccezioni alla prescrizione della Tari

La prescrizione può essere interrotta da un atto formale di richiesta di pagamento, come una cartella esattoriale. In questo caso, il periodo di prescrizione riprende da capo. Per esempio, se l’ente locale invia una cartella esattoriale nel quarto anno, il conteggio dei 5 anni riparte da quella data.

In certi casi, il periodo di prescrizione della Tari può essere esteso. Questo avviene principalmente quando il pagamento è richiesto in seguito a una sentenza giudiziaria. Se il tribunale stabilisce l’obbligo di pagamento, anche solo parzialmente, il termine di prescrizione non è più di 5 anni, ma si estende a 10 anni.

Anche le cartelle esattoriali relative alla Tari seguono il medesimo termine di prescrizione del tributo stesso, cioè 5 anni. Questi termini possono essere interrotti da ulteriori atti di notifica di pagamento.

Quando non pagare la Tari: esercitare il diritto alla prescrizione

Una volta che la Tari è prescritta, il contribuente ha il diritto di non effettuare il pagamento. Tuttavia, non è sufficiente ignorare le richieste di pagamento: è necessario presentare un’istanza di autotutela per ottenere la cancellazione del debito. Se l’ente locale non risponde, il contribuente ha 60 giorni di tempo per ricorrere alla Commissione Tributaria Provinciale.

Tari, quali novità nel 2025?

Nel 2025, la tassa sui rifiuti subirà significative modifiche con l’introduzione della tariffa puntuale. Da quell’anno, i Comuni inizieranno a calcolare l’importo della Tari basandosi sulla reale produzione di rifiuti indifferenziati.

La tariffa puntuale, che verrà applicata con l’intento di incentivare chi produce meno rifiuti indifferenziati. Questo nuovo sistema entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025 in alcuni Comuni, come Ravenna e Cervia. Successivamente, verrà esteso a tutto il territorio nazionale. Le principali innovazioni di quest’anno includono:

  • la determinazione dell’importo della TARI non sarà più solo basata sulla superficie dell’immobile e sul numero di occupanti, ma anche sulla quantità effettiva di rifiuti indifferenziati prodotti, promuovendo così la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti non riciclabili.
  • l’introduzione di nuove tecnologie e strumenti per il tracciamento dei rifiuti (es. tessere elettroniche e cassonetti intelligenti con sistemi di apertura e conteggio tramite tessere personali), per responsabilizzare ulteriormente i cittadini-contribuenti.
  • Un nuovo metodo di calcolo che premia chi produce meno rifiuti indifferenziati.

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