Scopri la Differenza tra Servitù e Diritto di Passaggio: Tutte le Info!

L’accesso ai garage tramite strade private o l’uso di parte di un terreno altrui sono esempi di come possiamo utilizzare proprietà non nostre. In particolare, questi casi riguardano due concetti giuridici: la servitù e il diritto di passaggio. Esploriamo le loro differenze.

Nel settore immobiliare, è comune incontrare termini come “servitù” e “diritto di passaggio”, che possono sembrare simili ma in realtà descrivono situazioni giuridiche molto diverse. Entrambi permettono l’uso di un immobile altrui, ma differiscono per natura legale, pratica e durata. Queste differenze sono cruciali per chi possiede una proprietà o sta pensando di acquistarne una. Capire le specificità di questi diritti può prevenire conflitti e favorire una gestione informata delle proprie responsabilità e diritti. Approfondiamo le differenze pratiche tra questi due concetti.

Cos’è la servitù di un immobile?

Le servitù sono diritti reali che permettono di utilizzare un immobile, detto “fondo servente”, a vantaggio di un altro immobile, noto come “fondo dominante”. Questi diritti sono indipendenti dai proprietari degli immobili e persistono nel tempo.

In Italia, esistono diverse tipologie di servitù comuni:

  • il passaggio pedonale o carrabile: consente il transito attraverso un terreno altrui.
  • la veduta: permette di aprire finestre o balconi con vista su un terreno adiacente o su un giardino.
  • lo scarico: autorizza l’installazione di tubature o sistemi di scarico su un fondo limitrofo.

Cosa è il diritto di passaggio?

Le servitù possono originarsi in vari modi, come volontariamente, per usucapione, o per destinazione del padre di famiglia, e sono legate all’immobile. Al contrario, il diritto di passaggio è una concessione personale data a un individuo per attraversare un terreno altrui, come nel caso di un accesso a un garage che passa attraverso un’altra proprietà.

Il diritto di passaggio è perciò una concessione personale e temporanea.

Esempi di diritto di passaggio

Tale diritto si manifesta in azioni quotidiane che possono sembrare ovvie, ma che sono in realtà regolate da norme specifiche o concessioni private. Alcuni esempi comuni includono:

  • il permesso dato a un vicino per accedere a un garage tramite una strada privata.
  • l’autorizzazione temporanea per l’accesso durante lavori di costruzione.

Qual è la differenza tra diritto di passaggio e servitù?

Il diritto di passaggio è strettamente personale e non è legato alla proprietà immobiliare, pertanto può essere revocato o modificato secondo gli accordi privati.

Nonostante la somiglianza nell’uso, i due concetti si distinguono per vari aspetti fondamentali. Ecco un riassunto delle principali differenze:

Durata

  • La servitù è di natura permanente, a meno che non venga estinta per specifiche ragioni legali.
  • Il diritto di passaggio è temporaneo e revocabile.

Modalità di ottenimento

  • La servitù è associata agli immobili e può essere trasmessa ai nuovi proprietari, stabilita tramite contratto, testamento, usucapione o sentenza.
  • Il diritto di passaggio è concesso a persone specifiche e non è trasferibile, ottenuto tramite accordo privato.

Regolamentazione legale

  • La servitù è dettagliatamente normata dal Codice civile e richiede un atto formale di registrazione.
  • Il diritto di passaggio si basa su accordi personali o contratti temporanei.

Estinzione

  • La servitù si può estinguere per confusione, prescrizione ventennale o mancanza di utilità.
  • Il diritto di passaggio termina con la scadenza del periodo concordato o può essere revocato.

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