Una recente scoperta scientifica ha riacceso l’interesse per la composizione interna della Luna. Un gruppo di ricercatori ha infatti rilevato una massa di materiale emettente calore, nascosta nel sottosuolo del lato nascosto del nostro satellite. I primi risultati, destinati a essere presentati alla conferenza Goldschmidt di geochimica a Lione, aprono nuove ipotesi sulla geologia lunare.
Un deposito di granito sotto la superficie lunare
Gli scienziati del Planetary Science Institute in Arizona hanno identificato una fonte di calore di circa cinquanta chilometri di larghezza localizzata in prossimità di un antico vulcano, il cui diametro è stimato intorno ai venti chilometri. Secondo gli studi, l’ultima attività eruttiva risalirebbe a più di 3,5 miliardi di anni fa.
L’origine della massa di calore sembra risiedere nella presenza di un enorme corpo di granito, una roccia ignea che si forma quando il magma, anziché fuoriuscire in superficie, rimane intrappolato e si raffredda lentamente sotto terra. Questo tipo di roccia è particolarmente ricco di elementi radioattivi come l’uranio e il torio, che rilasciano calore residuo provocando una differenza di temperatura di circa 10°C rispetto al terreno circostante.
La rilevazione di questa anomalia termica è stata possibile grazie a una tecnica innovativa che utilizza le microonde per misurare a distanza i gradienti di calore geotermico sulla Luna. I dati sono stati raccolti principalmente grazie agli orbiter Chang’E 1 e 2 cinesi e al Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA.
Un ritrovamento che sorprende la comunità scientifica
La scoperta risulta particolarmente interessante perché, fino a oggi, il granito era considerato praticamente assente nel sistema solare al di fuori della Terra. Le precedenti missioni Apollo avevano riportato sulla Terra soltanto piccole tracce di granito, mai in quantità così significative.
Come spiegato da Stephen M. Elardo, uno degli autori dello studio, “abbiamo a disposizione enormi quantità di granito sulla Terra, persino nei nostri piani cucina. Tuttavia, la sua formazione è geologicamente complessa e tipicamente richiede acqua e movimenti tettonici — condizioni quasi inesistenti su altri corpi celesti”.
La presenza di una tale concentrazione di granito su scala così ampia rappresenta quindi un evento geologico straordinario, che suggerisce l’esistenza di processi sotterranei ancora poco compresi.
Implicazioni future per l’esplorazione lunare e planetaria
Questa scoperta apre prospettive entusiasmanti per la futura esplorazione della Luna. La possibilità che altri depositi di granito si celino sotto la superficie potrebbe influenzare le strategie di ricerca e le missioni di esplorazione, specialmente quelle mirate allo studio delle risorse naturali extraterrestri.
Inoltre, se fenomeni simili venissero rilevati anche su altri corpi del sistema solare, si amplierebbe notevolmente la nostra comprensione dei processi geologici extraterrestri e della storia termica dei pianeti rocciosi.
In un’ottica di lungo periodo, comprendere meglio la presenza e la formazione di questi depositi potrebbe rivelarsi cruciale anche per la pianificazione di basi permanenti sulla Luna, utilizzando risorse locali per sostenere le attività umane nello spazio.
La scoperta di questa massa di calore anomala ci ricorda quanto, anche in un ambiente apparentemente familiare come la Luna, rimangano ancora numerosi misteri da svelare. E ogni nuova risposta apre la strada a nuove, affascinanti domande.
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