OVH punta su un’idea di 20 anni fa per rendere Internet più verde

Nel cuore industriale della Francia settentrionale, a Croix, OVHcloud ha recentemente celebrato un traguardo di assoluto rilievo nel mondo dei data center: i 20 anni del watercooling, ovvero il raffreddamento a liquido applicato ai server. Una tecnologia nata in sordina, inizialmente accolta con scetticismo, che oggi rappresenta uno dei pilastri della strategia sostenibile del cloud provider europeo.

Una tecnologia interna e brevettata

tecnologia interna
01net.com – Una delle “piastre” di rame utilizzate per raffreddare i processori centrali o la grafica dei server OVH, utilizzando l’acqua.

Il sistema di raffreddamento a liquido di OVHcloud non è un semplice adattamento industriale: è una soluzione sviluppata in house, frutto di un lavoro ingegneristico durato anni, protetto da decine di brevetti. I radiatori in rame sono progettati su misura per ogni configurazione server e integrati in circuiti idraulici chiusi, evitando perdite e minimizzando rischi di guasto.

Ogni server è dotato di un sistema di dissipazione simile a quello dei motori automobilistici: tubi in rame pieni d’acqua raffreddano CPU, GPU e RAM, senza dipendere completamente dal classico raffreddamento ad aria. Questo approccio consente di ridurre drasticamente il numero di ventole, abbassando i consumi e semplificando la manutenzione.

L’integrazione verticale come vantaggio competitivo

integrazione verticale
OVHcloud – Un rack di server in fase di assemblaggio.

Ogni giorno, circa 300 server vengono assemblati nello stabilimento di Croix. L’intera catena produttiva è gestita internamente o da fornitori direttamente collegati al gruppo, come l’azienda che produce i rack, situata all’interno dello stesso sito. Questo modello consente a OVHcloud di prototipare, testare e industrializzare soluzioni hardware con tempistiche e flessibilità che raramente si vedono nel settore.

Efficienza energetica e sostenibilità operativa

Efficienza energetica
OVH – Un corridoio in uno dei data center di Roubaix. Si vede il retro delle baie dei server, con i tubi di rame che li riforniscono d’acqua.

Il sistema di raffreddamento a liquido consente a OVH di operare data center con un PUE (Power Usage Effectiveness) medio di 1,28, ben al di sotto della media del settore (1,57 secondo l’Uptime Institute). Inoltre, l’uso dell’acqua è estremamente parsimonioso: circa 0,26 litri per kWh contro gli 1,8 litri dei data center tradizionali. Il raffreddamento è spesso gestito in circuito chiuso, con perdite minime, anche grazie a un design orientato al free cooling.

In pratica, i server funzionano in ambienti non condizionati, all’interno di edifici industriali riconvertiti. Le temperature ambientali si mantengono tra i 20 e i 25°C in inverno, e i picchi estivi vengono gestiti con radiatori adiabatici esterni, che vaporizzano una minima quantità d’acqua per raffreddare il liquido di ritorno.

L’evoluzione: il raffreddamento a immersione ibrida

evoluzione
OVHcloud – I data center OVHcloud possono essere “semplici” hangar…

Dopo due decenni di evoluzione, OVHcloud sta ora spingendo verso una nuova frontiera: l’Hybrid Immersion Liquid Cooling. Questa tecnica prevede l’immersione dei server in liquido dielettrico (non conduttivo), in combinazione con il classico raffreddamento a liquido dei componenti più caldi.

In questo sistema:

  • I server sono alloggiati in rack verticali, immersi in una sorta di “olio” che assorbe il calore.

  • Il liquido non richiede pompe, grazie alla convezione naturale.

  • Le tubazioni in rame continuano a raffreddare direttamente CPU e GPU.

Il vantaggio? Una riduzione dei consumi di raffreddamento fino al 20,7%, un PUE parziale di 1,004 e la possibilità di operare a temperature ambiente più elevate, fino a 45°C, aumentando la densità computazionale senza sacrificare l’efficienza.

Internet più verde: non più un’utopia

Internet più verde
OVHcloud – Viste di un server ibrido “immerso”.

A fronte dell’esplosione di carichi computazionali legati a intelligenza artificiale, cloud ibrido e elaborazioni in tempo reale, il modello di OVHcloud si distingue per la sua sostenibilità tecnica ed energetica. Invece di puntare su soluzioni high-tech costosissime o su fonti esterne di raffreddamento, l’azienda ha costruito nel tempo un sistema industriale scalabile, efficace e replicabile.

A differenza di altri colossi che investono in data center immersi in acqua di mare o raffreddati da fiumi, OVHcloud dimostra che è possibile mantenere alte performance ambientali con approcci intelligenti e localizzati, senza eccessiva dipendenza da infrastrutture massive o da condizioni geografiche specifiche.

Conclusione: vent’anni di vantaggio competitivo

La scelta di adottare il raffreddamento a liquido nel 2003, oggi si rivela un vantaggio competitivo strategico per OVHcloud. Ridurre i consumi di energia e acqua, aumentare la densità di calcolo per metro quadro e sfruttare edifici esistenti sono fattori che consentono all’azienda di coniugare crescita, efficienza e sostenibilità.

In un mondo sempre più affamato di potenza computazionale, e sempre più attento al costo ambientale del digitale, OVHcloud si muove con un approccio pragmatico e industriale. E mentre il futuro si scalda — letteralmente e figurativamente — il cloud francese sembra già pronto a rispondere, con una soluzione che raffredda… ma non si raffredda mai.

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