Entro il 2030 l’elettrico esploderà in Europa, secondo Luca de Meo

Mentre molti consumatori europei attendono una utilitaria elettrica accessibile, il settore si trova di fronte a sfide strutturali e normative che potrebbero portare a un aumento significativo dei costi. A lanciare l’allarme è Luca de Meo, amministratore delegato di Renault, che prevede un incremento fino al 40% del prezzo di produzione delle auto elettriche entro il 2030.

Normative europee troppo stringenti secondo Renault

Secondo de Meo, una delle cause principali di questa impennata sarebbe proprio l’Unione Europea, colpevole – a suo dire – di imporre alle case automobilistiche una mole crescente di regolamentazioni complesse e onerose. Queste norme ambientali e di sicurezza richiedono investimenti massicci in ricerca e sviluppo, fino a occupare – secondo le stime del gruppo Renault – un quarto del budget R&D nei prossimi cinque anni.

La conseguenza? Una filiera appesantita e un aumento strutturale dei costi di produzione che si rifletterà inevitabilmente sul prezzo finale dei veicoli elettrici.

Un’infrastruttura di ricarica ancora inefficiente

Altro elemento critico è l’infrastruttura di ricarica, definita da de Meo “drammaticamente insufficiente”. Le colonnine di ricarica pubbliche dovrebbero crescere da sei a sette volte rispetto all’attuale ritmo per supportare la diffusione di massa dei veicoli elettrici.

A ciò si aggiunge un ulteriore nodo finanziario: secondo il manager, in Europa scarseggiano i capitali disponibili per sostenere l’industria automotive, penalizzata da politiche che non favoriscono né l’impresa né l’attrattività degli investimenti nel settore.

La Cina mantiene un vantaggio strategico

Luca de Meo sottolinea inoltre la posizione dominante della Cina nella filiera delle auto elettriche, in particolare nel settore delle batterie. Il gigante asiatico non solo controlla gran parte delle materie prime strategiche, ma è anche in grado di produrre e vendere batterie a basso costo ai propri produttori nazionali, mentre impone prezzi più elevati agli operatori esteri.

Questo vantaggio competitivo, unito a dieci anni di anticipo tecnologico, rende i costruttori europei particolarmente vulnerabili in un mercato globale sempre più competitivo.

Un calo nelle immatricolazioni che preoccupa

In Francia, le immatricolazioni di veicoli elettrici nel 2024 sono calate di circa il 3% rispetto all’anno precedente: 291.143 modelli contro i 298.525 del 2023. Un segnale d’allarme che conferma le difficoltà del settore, alle prese con un calo della domanda e un contesto economico incerto.

Un futuro da ripensare

Il quadro delineato da de Meo invita a riflettere su come l’equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità industriale stia diventando sempre più difficile da raggiungere. Senza politiche europee coordinate a sostegno dell’innovazione e della produzione, il rischio è quello di rendere le auto elettriche meno accessibili per il grande pubblico, vanificando così gli obiettivi di decarbonizzazione del trasporto privato.

L’industria, i legislatori e gli investitori dovranno presto trovare un terreno comune per garantire una transizione elettrica economicamente sostenibile, tanto per le imprese quanto per i consumatori.

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