Negli ultimi anni, la resilienza delle strutture sanitarie è diventata un tema cruciale, soprattutto in un contesto in cui eventi climatici estremi e tensioni sulla rete elettrica possono mettere a rischio l’approvvigionamento energetico. Gli ospedali, in particolare, non possono permettersi interruzioni di corrente, data la natura critica dei servizi che offrono. Ma qual è la strategia che adottano per garantire la continuità operativa? Scopriamo l’arma segreta che permette agli ospedali di fronteggiare le interruzioni di corrente.
Potenti generatori per garantire l’autonomia energetica
La legge italiana, come in molti altri Paesi, obbliga gli ospedali, le cliniche e le case di riposo a garantire un’alimentazione autonoma in caso di interruzione della rete elettrica pubblica. Questo si traduce nell’installazione di potenti gruppi elettrogeni, spesso alimentati a diesel, che possono essere considerati vere e proprie centrali elettriche all’interno delle strutture sanitarie.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questi generatori non rimangono inattivi in attesa di un’emergenza. Al contrario, vengono regolarmente messi in funzione per mantenerli in condizioni operative ottimali. La capacità di avviarsi in pochi secondi è essenziale per garantire la continuità dell’alimentazione elettrica in caso di blackout. Questa prontezza sarebbe impossibile se i motori rimanessero inattivi per mesi o anni.
Otto motori diesel per un grande ospedale
La potenza dei gruppi elettrogeni varia a seconda delle dimensioni e delle esigenze dell’ospedale. Prendiamo ad esempio il Policlinico di Milano, uno dei più grandi ospedali in Italia. Questa struttura è dotata di 8 gruppi elettrogeni diesel da 2.000 kW ciascuno, per una potenza totale di 16 MW.
Secondo i dati forniti dall’ospedale, il sito consuma circa 40 GWh di elettricità all’anno, equivalenti al fabbisogno energetico annuo di circa 8.500 famiglie. Sebbene la maggior parte dell’energia provenga dalla rete pubblica, i generatori coprono una parte significativa dell’alimentazione, soprattutto in situazioni critiche.
Inoltre, l’energia prodotta in eccesso da questi gruppi può essere immessa nella rete urbana su richiesta del gestore elettrico, in questo caso Terna. In questo modo, gli ospedali possono trasformarsi in vere e proprie centrali elettriche al servizio della comunità, ricevendo una remunerazione per l’energia fornita.
La cogenerazione per migliorare l’efficienza
Alcuni ospedali hanno adottato sistemi più avanzati, come la cogenerazione, per aumentare l’efficienza energetica. Questo approccio consente di generare calore, acqua calda sanitaria ed elettricità utilizzando un unico motore alimentato a gas naturale.
Ad esempio, l’Ospedale San Raffaele di Milano utilizza un sistema di cogenerazione in cui il motore aziona un alternatore che produce elettricità per l’autoconsumo o per la vendita alla rete. Il calore prodotto dai gas di scarico viene recuperato per alimentare i sistemi di riscaldamento e l’acqua calda sanitaria. Questo sistema offre un rendimento energetico elevato, riducendo i costi operativi e l’impatto ambientale.
Giovanni Bianchi, ingegnere energetico presso il San Raffaele, spiega: “La cogenerazione ci permette di ottimizzare l’uso delle risorse, riducendo le emissioni di CO₂ e garantendo una maggiore autonomia energetica“.
Sfide ambientali e alternative sostenibili
Nonostante i vantaggi operativi, i generatori termici tradizionali presentano sfide ambientali significative. La maggior parte dei motori è alimentata a diesel o gasolio, combustibili fossili che contribuiscono alle emissioni di gas serra. Inoltre, il diesel emette oltre 1.000 g di CO₂ equivalente per kWh, a fronte dei 78 g di CO₂/kWh dell’elettricità fornita dalla rete pubblica italiana, che beneficia di una crescente quota di energie rinnovabili.
Questa dipendenza dai combustibili fossili aumenta anche la vulnerabilità degli ospedali alle fluttuazioni dei prezzi dell’energia e alla dipendenza energetica nazionale.
Laura Rossi, analista ambientale presso l’ENEA, sottolinea: “È fondamentale che le strutture sanitarie esplorino alternative più sostenibili per ridurre l’impatto ambientale e contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione”.
Possibili alternative ai motori diesel
Sostituire i motori diesel con soluzioni più ecologiche non è semplice, ma non impossibile. Alcune opzioni includono:
- Biocarburanti: l’uso di biodiesel o etanolo potrebbe ridurre le emissioni di CO₂ di origine fossile, ma presenta sfide legate alla disponibilità e alla sostenibilità delle materie prime.
- Batterie di accumulo: in teoria, un sistema di batterie potrebbe fornire l’alimentazione di emergenza in modo sicuro e istantaneo. Tuttavia, il costo elevato e lo spazio necessario rendono questa soluzione poco praticabile per grandi strutture.Ad esempio, per sostituire i generatori del Policlinico di Milano, sarebbe necessario installare una batteria con una capacità di 576 MWh per garantire 72 ore di autonomia a piena potenza (8 MW). Un investimento del genere supererebbe il mezzo miliardo di euro, oltre a richiedere uno spazio fisico considerevole.
- Idrogeno verde: una soluzione più compatta e potenzialmente più economica potrebbe essere l’utilizzo di celle a combustibile alimentate a idrogeno. Questa tecnologia, ancora in fase di sviluppo, richiede la creazione di un’intera filiera per garantire un approvvigionamento stabile e sostenibile di idrogeno verde.
Marco Conti, direttore del Dipartimento Tecnologie Energetiche dell’ENEA, afferma: “L’idrogeno rappresenta una delle frontiere più promettenti per la transizione energetica, ma sono necessari investimenti significativi per renderlo una soluzione praticabile su larga scala”.
Considerazioni economiche e finanziarie
Dal punto di vista finanziario, l’adozione di sistemi energetici più sostenibili comporta costi iniziali elevati, ma può portare a risparmi nel lungo termine. L’efficienza energetica e la possibilità di vendere energia in eccesso alla rete possono rappresentare fonti di entrate aggiuntive per gli ospedali.
Inoltre, esistono incentivi e finanziamenti europei e nazionali per promuovere la transizione verso energie rinnovabili. Gli ospedali potrebbero beneficiare di queste opportunità per modernizzare le proprie infrastrutture energetiche.
Giulia Verdi, consulente finanziaria specializzata in investimenti sostenibili, suggerisce: “Gli ospedali potrebbero considerare partnership pubblico-private o l’emissione di green bond per finanziare progetti di efficientamento energetico”.
Conclusioni
L’arma segreta degli ospedali contro le interruzioni di corrente è rappresentata dai potenti generatori che garantiscono l’autonomia energetica in situazioni critiche. Tuttavia, l’attenzione crescente verso la sostenibilità ambientale e la necessità di ridurre le emissioni di gas serra impongono una riflessione sulle soluzioni adottate.
Investire in tecnologie più sostenibili, come la cogenerazione avanzata, le batterie di accumulo o l’idrogeno verde, potrebbe rappresentare una strada percorribile per coniugare sicurezza energetica ed efficienza ambientale.
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